Kamala non c'era dall'uomo della Guerra (di Saverio Tommasi)
Vorrei porre l'accento su una questione dirimente: Netanyahu ha parlato al Congresso degli Stati Uniti d'America, e oltre 30 deputati democratici hanno disertato. Fra questi anche la candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti Kamala Harris. La possibile, prossima presidente degli Stati Uniti d'America si è giustamente rifiutata di ascoltare parole d'odio e di genocidio. Questa è una notizia incredibile, straordinaria.
Altri deputati democratici hanno tenuto in mano cartelli con scritto "criminale di guerra", durante il suo discorso.
Vorrei vi rendeste conto: non soltanto una scritta "pace", generica affermazione su cui tanti possono fingere di ritrovarsi, e non soltanto chi ci crede veramente. Ma un'accusa precisa, circostanziata di genocidio al premier israeliano e alla politica militare di Israele contro la Palestina.
Fuori dal Congresso, nel frattempo, decine di migliaia di persone manifestavano contro Netanyahu - che dall'interno del Congresso li derideva e li chiamava "stupidi" - contro la politica israeliana e per il riconoscimento dello Stato palestinese. Fra i manifestanti anche tantissime persone di origine ebraica, a riprova ulteriore e ovvia che non c'entra una mazza l'antisemitismo in questa storia. C'entrano invece i nazionalisti, i guerrafondai, i genocidiari, che tirano fuori l'antisemitismo come scudo, vigliaccamente mettono davanti a ogni critica i campi di concentramento, che invece proprio loro rappresentano oggi così bene, così plasticamente, così evidentemente.
Netanyahu è un criminale di guerra, e Israele sta violando ogni principio umano e internazionale.
Vogliamo una Palestina libera. Non è difficile da dire, vedete? Palestina libera [❤]
Saverio Tommasi
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