Dal mensile Il nuovo MALE n.2 di novembre 2011 (diretto da Vincenzo Sparagna)

L’OCTAVIO SEGRETO DI ANTONIO

Questo, si dice, sarà l’anno della Juventus. Da quando è arrivato in panchina Antonio Conte, l’ex fuoriclasse bianconero, la squadra torinese sembra cambiata. Prima dormivano, ora corrono. Prima non ne azzeccavano una, adesso gli vanno (quasi) tutte in buca. Ma come ha fatto Conte a ottenere un mutamento così repentino? La spiegazione tecnica, per cui tutto dipenderebbe dall’arrivo del metronomo Pirlo, che ha dato lucidità al centrocampo, non regge. Un uomo non fa squadra da solo, neppure se si chiama Maradona, e il buon Pirlo rispetto al grande Diego è solo un pirla. Insomma dietro i successi di questa stagione vi è una misteriosa componente di fortuna, che non è ascrivibile né a Conte, né a Pirlo, notoriamente supersfigato.

Per scoprire l’arcano, dopo molte incertezze e piste false, ci siamo recati a Colfiorito, una piccola località umbra celebre per la produzione delle patate rosse (le migliori per preparare croccanti patatine fritte). Colfiorito si trova sulle prime pendici dell’Appennino, in una conca ampia e solenne, protetta a nord e a est da alte montagne e a sud da boschi secolari. Qui gli inverni sono bianchi e le notti nere, le cipolle bianche e i tartufi neri, le galline bianche e i tacchini neri, insomma l’accoppiata tra bianco e nero è frequente e naturale. E proprio qui, in una piccola casa colonica di Colfiorito risalente al XVIII secolo, tra uccelli impagliati e statuette della Madonna del Rosario, vive Ahmud Bilal Octavio Manoesperta Voz, un oriundo birmano di padre cileno e madre berbera. Ahmud Bilal Octavio è, come indica lo stesso nome, l’ottavo figlio della coppia intercontinentale, preceduto dai vari Ahmud Bilal Primo, Secundo, Terzium, Quarto, Quinto, Sesto e Septimo.

Ora mentre Primo, Secundo e Terzium, hanno scelto di fare la professione del padre (calzolaio), e mentre Quarto, Quinto e Sesto sono emigrati in Nuova Zelanda per allevare pecore, Septimo e Octavio hanno avuto sin da piccoli una spiccata predilezione per il gioco del calcio. Septimo è stato centroavanti del Bevagna, terzino del Gubbio, mediano del Foligno e ha concluso la carriera come portiere d’albergo. Octavio invece non ha mai giocato neppure tra i dilettanti. Di lui si ricorda solo una partitella tra i ragazzi della parrocchia di Colfiorito e quelli della parrocchia di Gualdo Tadino. Ma quella partita fu memorabile. Octavio segnò due gol di testa, due di piedi e due di mani (annullati). In totale sei gol dei quali quattro validi. Furono proprio i due gol annullati che stroncarono la sua carriera di calciatore. Espulso al secondo mani, Octavio rientrò a casa e si chiuse in un mutismo ostinato, che il giorno dopo divenne immobilità totale.

Se ne stava fermo dalla mattina alla sera nella posizione del loto e meditava. Non parlò più per sei anni, sei mesi, due settimane e un giorno.
In seguito rivelò che si era concentrato sulle partite che vedeva in TV per carpire il segreto del football. E qualche segreto deve averlo capito visto che la sua famiglia in pochi anni divenne ricca con le scommesse e il totocalcio fino a comprare una casa nuova, un televisore al plasma e un computer portatile. Octavio è in grado di valutare un giocatore anche solo da una fotografia. Insomma è un vero veggente del football, un profeta dei piedi, un osservatore infaticabile della palla.

Si capisce dunque perché Antonio Conte, che non va mai in giro senza una bottiglia di acqua minerale santa (come il suo mito Trapattoni), abbia chiesto di parlargli a quattrocchi.
Cosa si sono detti? Octavio non parla e Conte ha la bocca normalmente cucita con i lacci delle scarpe. Dunque forse non si sono detti nulla. Ma i risultati si vedono. Perfino quella checca di Buffon ha ricominciato a giocare da Dio e quella schiappa di Krasic sembra essere diventato un calciatore, non un operaio slavo che lucida i pali della porta come l’anno scorso.

Il Milan e l’Inter sono avvisate, ma questa volta non potranno fare niente. Infatti Octavio, a differenza di tanti altri (e quanti ne conosciamo, tanti ch’io non avrei mai creduto che morte tanti n’avesse disfatti), è del tutto indifferente al denaro. “Se ha parlato con Antonio”, dice suo padre, “è perché ha gli occhi azzurri, è buono e tifa per la Juve”. Galliani ha comunque provato a corromperlo, promettendo sedici milioni di euro a stagione, ma Octavio ha rifiutato. Moratti, pur di averlo, ha offerto Schneider, Cambiasso e dieci milioni, ma non c’è stato niente da fare.

Ora pare che De Laurentis voglia giocare la carta Cavani, che è un bel ragazzo uruguaiano e a Octavio, che è un etero gay, potrebbe piacere.
Ma è una possibilità vaga, anzi praticamente inesistente, vista la determinazione di Octavio a restare fedele al “suo Antonio”. Quando l’amore colpisce al cuore non c’è niente da fare.


 

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