di Attilio Gambacorta // Associazione culturale Umbrialeft

Il 7 gennaio del 2015 l’attentato dalla rivista satirica “Charlie Hebdo”, colpevole agli occhi degli integralisti islamici di aver pubblicato vignette offensive nei confronti del Profeta Maometto, ci fece gridare tutti “je suis Charlie”, per protestare e condannare il vile e assurdo atto terroristico. L’8 ottobre, nei pressi del college Conflans -Sainte-Honorine della periferia parigina, è stato decapitato il Professore Samuel Paty docente di storia alle scuole media da un diciottenne russo di origine cecena, Abdoullakh Abuyezidvich Anzorov.

Il giovane era un rifugiato politico che aveva ottenuto il permesso di soggiorno a marzo di quest’anno ed è rimasto ucciso nello scontro a fuoco con la polizia intervenuta per fermarlo. La “colpa” del professore era quella che dal vile atto terroristico del 7 gennaio 2015 aveva preso spunto per fare una lezione sulla libera espressione.

Mi domando come può una dottrina religiosa indurre un ragazzo di 18 anni a decapitare un uomo, prima di tutto, che svolge il suo mestiere: insegnare a vivere confrontandosi con gli altri imparando ad essere uno spirito critico, ad avere il diritto del dubbio, di non accettare acriticamente quello che ci viene raccontato. È dal dubbio che si scopre la verità, è dal dubbio che la nasce la curiosità intellettuale.

L’assolutismo è l’aspetto terribile di ogni integralismo, che sia esso spiritualistico o materialistico, negando per principio la dialettica critica. La storia lo insegna, e questo insegnava Samuel Paty ai suoi studenti, che le religioni spesso producono odio, settarismo. Così è stato, e ancora purtroppo ancora è, per tutte e tre le religioni monoteistiche, che, a mio avviso, nasconde fini politici per il potere fine a sé stesso.

Così si spiega storicamente il sacrificio di Giordano Bruno, l’eretico per eccellenza, quello di Galileo Galilei.

“Mi fan patir costoro il grande stento, che vanno il sommo bene investigando, e per ancor non v’hanno dato drento. E mi vo col cervello immaginando che questa cosa solamente avviene perché non è dove lo van cercando.” (Galileo Galilei, Capitolo contro il portar la toga)

Questo il grande scienziato diceva al clero dominante nel XVII secolo che lo accusava di eresia per aver scoperto come funzionava il mondo, l’universo.

Il nostro tempo è caratterizzato da questa massiccia migrazione di uomini che vogliono fuggire da violenze e guerre, da una schiavizzante povertà. Su questa miseria speculano “i potenti”. L’integralismo islamico e le sue feroci organizzazioni sono fra questi, fra le quali l’ISIS o il cosiddetto “Stato Islamico”.

Le periferie delle grandi città, e le banlieue parigine ne sono un esempio emblematico, sono quartieri dove la miseria, l’emarginazione, sono in ogni angolo, in ogni strada. Privi di qualsiasi riferimento culturale, di ogni minima aggregazione sociale, dove la disoccupazione giovanile e a livelli altissimi, i ragazzi per strada sono facilmente catturabili dalle idee che alimentano odio e paure, che additano all’altro le ragioni della propria sofferenza, che risolvono criminalmente nell’immediato i loro problemi più urgenti.  Ed in questa guerra tra poveri questi giovani terroristi sono vittime insieme alle loro vittime. Purtroppo questa situazione vale per tutte le organizzazioni criminali, che siano esse terroristiche o mafiose.

L’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, parla a questa società senza valori, chiede e rivendica giustizia, lavoro, istruzione, rispetto dell’ambiente; parla agli uomini di buona volontà; parla del bisogno di un nuovo ordine sociale che non sia basato esclusivamente sul profitto; parla all’umana gente che ogni giorno fa il proprio dovere e sulle sue spalle è affidato il destino del mondo

Samuel Paty era un uomo dell’“umana gente”, funzionale agli ideali dell’enciclica; Anzorov un giovane emarginato, caduto nelle braccia sbagliate, braccia che lo avevano accolto e ingannato.

Je suis Samuel Paty.

Condividi