di Aldo Potenza

Ieri al Brancaccio è stata data voce all'Italia che soffre; che non ha rappresentanza; che non si riconosce nella oligarchia economica e finanziaria che domina i mercati e condiziona i poteri politici; che delusa o si rifugia nella protesta senza partito o nel rifiuto delle urne.
L'Italia, dimenticata dall'egoismo dei poteri economici e finanziari che tramite le loro organizzazioni condizionano la politica e manipolano l'informazione, ieri era presente e alla ricerca di un nuovo soggetto politico che riesca a dare nuova rappresentanza ai diritti umani dimenticati e vilipesi.
Riflettevo mentre tanti relatori intervenivano (certo alcuni erano comprensibilmente inquieti e, spinti dalla loro indignazione, hanno usato toni forti e non sempre pienamente condivisibili) e mi sono chiesto perchè i socialisti non hanno saputo raccogliere questa domanda di democrazia autentica e di giustizia sociale. Perché? Cosa è successo negli anni bui della cosiddetta seconda Repubblica di così grave da dimenticare che dove c'è sofferenza sociale devono sempre essere presenti i socialisti?
Perché ieri c'erano i socialisti in movimento e altri gruppi di socialisti, ma non il PSI?
Eppure la storia dei socialisti è sempre stata la storia dell'impegno politico e sociale per la difesa dei più deboli.
Ieri, indipendentemente dalle simpatie o antipatie verso alcuni partecipanti, indipendentemente da alcuni interventi spinti dalla inquietudine ad una radicalità non sempre condivisibile, in quella riunione di popolo dovevano esserci tutti i socialisti, anzi mestamente e con tristezza osservavo che ad organizzarla avrebbero dovuto essere i socialisti.
Certo se l'unico orizzonte del PSI è rappresentato dalla conquista, grazie alla generosità di qualche alleato, di qualche posto parlamentare dimenticando la funzione politica e sociale della sua tradizione, dimenticando che un partito è utile se è capace di intercettare i bisogni della società e, nel caso dei socialisti, dei più bisognosi di aiuto, allora il declino e l'irrilevanza politica è la conseguenza.
Noi "socialisti in movimento" non siamo disposti a rinunciare al compito politico di chi è socialista, eravamo lì non solo a testimoniare la nostra adesione, ma a dare il nostro contributo di idee e a ricordare che non tutti hanno smarrito il senso della missione politica dei socialisti.

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