GOVERNO – UN PO’ CONSERVATORE E UN PO’ REAZIONARIO
Di Ciuenlai - La ragazza ha imparato subito. Ha appreso che il Governo al tempo del pensiero unico si articola in due parti. Quella delle materie sulle quali non si può interloquire e la cui competenza spetta a istituti fuori confini (Economia, alleanze,strategie, indirizzi generali ecc.) e quella dove ci si può sbizzarrire e mettere una propria impronta (praticamente tutto quello “senza portafoglio” ).
E Giorgia, non smentendo la sua origine, l’ha composto, con l’aiuto di molti attori, in maniera esemplare. Un “draghiano di ferro” all’unico dicastero che conta qualcosa, l’economia (Giorgetti era insieme a Renzi il personaggio indicato da alcuni residenti come il più assiduo frequentatore della villa dell’ex premier Città della Pieve al tempo della preparazione della successione a Conte). Uno che fa tappezzeria (Tajani) agli esteri, che è una materia che, per l’occidente, ormai tratta solo chi comanda la Nato. Poi ci sono i Ministeri che dipendono dalle decisioni del dicastero dell’economia (Salute, Istruzione, lavoro ambiente, interni e affini).
Infine la parte incaricata di marcare l’identità e la “cultura” di destra e in alcuni casi neofascista della Premier. Lo ha (o hanno) fatto giocando sulle parole, aggiungendone alcune che hanno un significato a volte ambiguo a volte inquietante. E allora abbiano Imprese e Made in Italy per rimarcare il nazionalismo produttivo, Agricoltura e sovranità alimentare concetto che assomiglia tanto all’autarchia, sud e mare (Nostrum?), famiglia, natalità e pari opportunità in una sequenza che la dice lunga sulle priorità, affari europei e coesione territoriale che sembra fatta apposta per frenare le spinte autonomiste delle regioni e favorire un ritorno al centralismo.
Insomma una filiera funzionale a “Dio, Patria e famiglia” ed affidata ad uomini e donne fedeli a questa parola d’ordine (D’Urso, Lollobrigida, la Roccella, tanto per fare qualche nome). E’ probabilmente questo il progetto “Polonia”, che si vuole realizzare attraverso un compromesso. Mettersi sotto protezione e a “pecoroni” rispetto alle questioni geopolitiche ed Europee ed avere mano libera sul resto a cominciare dalle riforme istituzionali. E non essendoci opposizione, la Meloni, con le dovute cautele, ha diverse chance di portarlo a termine.
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