IL GIORNALE-PARTITO. Per una storia de il manifesto. Recensione.
Figlio del 'lungo '68' il manifesto oggi è un giornale libero e per questo sempre in lotta per la difesa della sua identità e della stessa sua sopravvivenza.
Questo libro racconta la sua storia.Dalle origini del gruppo di Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Lucio Magri, Valentino Parlato, Luciana Castellina, Aldo Natoli all'attraversamento dei movimenti negli anni Settanta, fino all'approdo nell'era post ideologica successiva alla caduta del muro di Berlino. A cinquant'anni dalla sua nascita,rievocare le ragioni che portarono al formarsi di quella che è riconosciuta la coscienza critica della sinistra italiana richiama la necessità di interrogarsi sulla centralità dell'esercizio della libertà di pensiero e azione nella politica e sul significato che cio' assume nella società dominata dal capitalismo finanziario globalizzato.
il manifesto è stato negli anni della Repubblica molte cose. Dapprima un'area culturale eterodossa all'interno del Partito comunista italiano al tempo del 'centralismo democratico'. Poi un collettivo di politici e intellettuali che scelse di 'farsi partito' dopo la radiazione dal PCI nel 1969.
Erano gli anni della contestazione giovanile e dell'autunno caldo operaio, dei carri armati sovietici a Praga e della crisi del mondo a 'socialismo reale'. Poche settimane dopo, avrebbe preso avvio con la strage di Piazza Fontana, la 'strategia della tensione' che annunciava esplicitamente e drammaticamente alle nuove generazioni di operai e studenti che erano protagonosti delle lotte sociali e politiche, il carattere della 'democrazia bloccata' italiana.
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