AURI, Thomas De Luca (M5S) risponde ai sindaci di centrodestra: “Grazie a gestione AURI centrodestra collasso del sistema in 5 anni. Il silenzio sarebbe stata scelta dignitosa”

Il 3 agosto 2029, alle ore 16.30, esattamente due giorni dopo l’avvio del nuovo inceneritore, il sistema regionale di gestione dei rifiuti cesserà di funzionare, l’Umbria sarà al collasso e in piena emergenza rifiuti. Il motivo? Ceneri e scorie dell’inceneritore non avranno più alcuno spazio dove essere smaltite dopo l’esaurimento di tutte le discariche umbre. Per questo esprimiamo la più grande solidarietà ai cittadini di Città di Castello, Magione e Orvieto, che, secondo i progetti della destra umbra, dovranno sostenere il peso di un ulteriore ampliamento delle discariche, condannati dalle scelte scellerate del centrodestra umbro ad essere impunemente considerati la
pattumiera dell'Umbria.

Piuttosto che rivolgere il loro livore nei confronti del sottoscritto, il mio appello ai rancorosi sindaci del centrodestra è quello di mettersi una mano sulla coscienza e per almeno una volta mettere davanti a tutto la comunità umbra, prima degli ordini di partito.
L’unica responsabilità di questo scenario apocalittico, quello che al momento abbiamo di fronte proseguendo sulla strada tracciata dalla giunta Tesei è solo ed esclusivamente la loro che mentono spudoratamente, sapendo di mentire, quando affermano che il Piano Regionale dei Rifiuti prevede la fine dell'uso delle discariche.

Sono molte, infatti, le gravi responsabilità di AURI. Non condividendo in alcun modo la strada intrapresa nella scelta di puntare tutto sull’inceneritore è impossibile non registrare le gravi mancanze nell’attuazione di questa scelta che sono la causa della drammatica situazione in cui ci troviamo. In primo luogo va evidenziato come l’avviso pubblico arriva con notevole e colpevole ritardo da parte di AURI, esattamente quattro mesi e mezzo dopo il termine ultimo previsto dal Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti (PRGIR) approvato dall’assemblea legislativa in data 14/11/2023. Cosa ancor più grave in maniera unilaterale e senza alcuna autorizzazione e in contrasto con quanto deliberato dallo stesso consiglio regionale, l’AURI ha deciso di posticipare dal 31/12/2027 alla data del 01/08/2029 l’avvio dell’impianto di incenerimento.

Questa scelta immotivata, oltre a rappresentare un inappropriato abuso di potere, sarà causa del depauperamento della residua capacità delle discariche umbre, definita unanimemente di supremo interesse strategico per la nostra comunità regionale. Di fronte ai miei solleciti verbalizzati agli atti della commissione sulla ristrettezza dei tempi per la realizzazione dell’impianto la giunta regionale aveva assolutamente escluso qualsiasi problema nelle tempistiche.

L’avviso pubblicato da AURI andrà in scadenza il 20 gennaio 2025 dopodiché si dovrà procedere alla successiva gara tramite procedura per l’affidamento in concessione della progettazione,realizzazione ed esercizio dell’impianto. A questo andranno a sommarsi le criticità della scelta di lasciare al mercato la localizzazione dell’inceneritore, con tutto ciò che ne consegue in termini di iter autorizzativo. Ciò significa che molto probabilmente l’impianto sarà
pronto per entrare in funzione a pieno regime ben oltre il 2030.

Senza entrare nel merito delle palesi castronerie asserite a riguardo dell’emissione di gas climalteranti, constatato che l’impronta di carbonio dell’incenerimento dei rifiuti è quantificabile tra i 650 e gli 800 grammi di anidride carbonica fossile per ogni kWh prodotto mentre quello dell’attuale mix energetico (comprese le fossili) è di circa 250, aggravato dall’assenza di teleriscaldamento come criteriovi ncolante nell’avviso AURI, dobbiamo registrare inoltre alcune ulteriori gravi criticità.

Nell’avviso pubblico non c’è alcuna garanzia richiesta in termini progettuali al proponente in merito al quantitativo di scorie prodotte dall’inceneritore che dovranno essere recuperate, mentre nel PRGIR era indicato che tale recupero si sarebbe attestato al 90% delle scorie prodotte dall’inceneritore (30 mila tonnellate annue). Se ciò non fosse possibile saremmo di fronte ad un ulteriore e più grave collasso del sistema.

Dopo tante parole sprecate sulla riduzione della TARI non hanno inserito alcuna garanzia nemmeno sui costi. Mentre il PRGIR prevede un costo ampiamente sottostimato di 130 milioni, per una tariffa complessiva di 135 euro/ton di conferimento a carico dei comuni nell’Avviso tutto questo viene tralasciato. Il promotore potrà
pertanto presentare un piano economico finanziario che verosimilmente potrebbe raddoppiare i costi previsti con una mazzata economica che farebbe ulteriormente lievitare la pressione fiscale sulle imprese e sulle famiglie umbre.

Ricordiamo inoltre che le forze del Patto Avanti hanno già avanzato nel dibattito in aula, sotto forma di emendamenti, con il silenzio imbarazzante della giunta e della maggioranza, un innovativo e approfondito Piano di Gestione dei Rifiuti basato sull’aumento della raccolta differenziata e una dotazione impiantistica per il massimo
recupero di materia unica concreta soluzione per abbattere nel più breve tempo possibile i conferimenti in discarica ed escludere il collasso del sistema.

In conclusione è bene sottolineare come la maggioranza dei sindaci in questione, affetti da sindrome Nimby, siano gli stessi ad aver presentato osservazioni in fase di VAS per escludere i propri territori dalle aree idonee per la realizzazione dell’inceneritore. A loro va bene tutto purché l’impianto non si faccia a casa loro.

Thomas De Luca - Coordinatore regionale Umbria Movimento Cinque Stelle

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