Il primo G7 su inclusione e disabilità è un’occasione formidabile per rimettere all’attenzione dei grandi della terra, le questioni inerenti ai diritti e alle pari opportunità per le persone con disabilità e delle loro famiglie.
Una grande opportunità politica e sociale che dovrà tramutarsi in azioni amministrative che sappiano concretamente dare valore e dignità alle persone che vivono con una disabilità, attraverso l’attuazione di tutti quei provvedimenti che sono incardinati nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e più nel dettaglio dando corpo ai Decreti attuativi della Legge delega 227/21.
Per dare corpo a tutto ciò, si passa finalmente alla fase operativa, nella quale sono state individuate 9 Province in Italia, tra cui quella di Perugia, per avviare la sperimentazione deinuovi modelli di valutazione per le persone con disabilità!
Dobbiamo purtroppo rilevare a tutt’oggi che, nonostante i riferimenti ideali e normativi esistenti, le persone con disabilità e le loro famiglie continuano a doversi scontrare con ostacoli significativi nella partecipazione alla società e nella piena tutela dei loro diritti
umani. A fronte di ciò, si evidenzia l’urgenza di passare da un welfare di mera protezione a uno basato sull’inclusione e il riconoscimento dei diritti. È necessario convergere su un nuovo modello di sviluppo inclusivo, attraverso l’adozione di politiche concrete che migliorino le
condizioni di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
“Il G7, con tutto lo sforzo organizzativo e gli impegni assunti con la sottoscrizione della “Carta di Solfagnano” che verrà illustrata a Papa Francesco, dovrà dimostrare di non essere un luogo chiuso, ma dovrà rappresentare plasticamente un’offerta di valori aperta al mondo, che costruisca sviluppo e crescita basati sui diritti garantiti a tutti, senza escludere nessuno.
Tutte le decisioni che influenzano direttamente le vite delle persone con disabilità dovranno essere prese con il coinvolgimento attivo delle stesse persone con disabilità. Nel merito della situazione Umbra si rende improrogabile uscire dalla logica emergenziale di voler promettere risorse ad hoc, non aggiuntive e con un orizzonte temporale ridotto, sicuramente legato alla necessità delle persone con disabilità e i familiari di avere risposte per sopravvivere “qui ed ora”.

Richieste legittime ma che, non essendo aggiuntive rischiano di non realizzare il diritto delle persone con disabilità ad avere un proprio progetto di vita da perseguire con le stesse opportunità di tutti. Auspichiamo la concreta programmazione e realizzazione di interventi che garantiscano l’effettiva realizzazione del progetto di vita duraturo, in linea con le esigenze e le aspettative delle persone con disabilità e delle loro famiglie”.
Nel Piano Regionale per la non autosufficienza 2022/2024 e nel recente D.lgs. n° 62/24 (entrato in vigore il 30/06/2024) si stabilisce come si dovrebbe giungere al Progetto di Vita Individuale Personalizzato e Partecipato. È un diritto fondamentale delle persone con disabilità e delle loro famiglie e deve garantire la loro auto-determinazione e il rispetto “dei loro desideri, delle loro aspettative e delle loro scelte” (articolo 18 comma 3). Da tempo le famiglie e i caregiver delle 63 mila persone con disabilità, presenti in Umbria, hanno bisogno di aiuti e sostegni, ma questa necessità ineludibile non può essere scambiata con politiche di corto respiro, ma deve essere frutto di un efficacie e pieno
riconoscimento dei diritti con il rigoroso e concreto rispetto del principio di equità e appropriatezza delle prestazioni e degli interventi per il “progetto individuale”.
Questa è la principale sfida che seriamente e concretamente bisogna dimostrare di saper cogliere anche nella nostra Regione seguendo i dettami istituzionali e i valori insiti nelle norme vigenti, come ci ha chiaramente indicato il G7 su inclusione e disabilità.

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