Se non c’è questo, non c’è storia: l’idea dei grandi fronti è assolutamente perdente e non credibile». Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali dai microfoni di Studio 24 su RaiNews24.

«Senza la definizione di una piattaforma chiara e una proposta alternativa che rompa con il passato – prosegue il leader di SI – tutto il resto appartiene alla ginnastica politica, al giochino astratto delle alleanze. Dunque se poi guardo al dibattito in corso nel Pd faccio fatica a scorgere una sufficiente capacità di revisione critica delle scelte concrete fatte dai loro governi. Se cambiano le cose, come sempre non in modo pregiudiziale verificheremo nel merito. Ma oggi siamo in questa situazione».

«La ‘non indifferenza’ nei confronti del congresso del Pd? Lo voglio dire a Massimo D’Alema, e lo dico anche ai compagni e alle compagne del mio schieramento: è arrivato il momento di “anche basta” nel voler trasformarsi ogni volta sempre in commentatori di quello che accade nel Pd. Non mi pare che il problema del Paese sia questo. Quello che manca a questo Paese è una sinistra».

«”Anche basta” perchè è inutile giocare sui termini con cui giudicare le varie mosse di questo o di quel capo Pd, e avere quello spazio politico come unico punto di riferimento. In questo modo non si va da nessuna parte.

Si può certo costruire una relazione, avere rapporti, perfino costruire alleanze, ma solo se si è in grado di mettere in campo una prospettiva autonoma. E in questo momento, guardando le scelte concrete, occorre essere anche conflittuali. Voglio essere chiaro – conclude Fratoianni – e lo dico con una battuta: se si pensa di opporsi al Decreto Dignità del governo gialloverde rivendicando la bontà del JobsAct, se si pensa di opporsi a Salvini rivendicando la bontà e l’efficacia delle politiche di Minniti contro i migranti, è tutto sbagliato.

Finora nel Pd le differenze sono essenzialmente sullo stile, su chi ha più volontà di tessere rapporti unitari o chi vuole essere più autoreferenziale. Ma sul merito, insisto, non vedo ancora sufficienti elementi di discontinuità con il loro recente passato».

«Sono convinto che una delle ragioni della crescita dei Salvini in giro per l’Europa abbia a che fare con le politiche di chi, pure opponendosi alle destre, non ha dato risposte credibili alle fasce più deboli e impaurite della società.

Io penso che per fermare quell’avanzata della marea nera serva una proposta politica, in Italia e in Europa, che sul terreno dei valori e dei principi non abbia ambiguità, non sia balbettante, e che sia alternativa alle politiche sociali ed economiche fatte in questi anni dalle forze del centrosinistra, che non hanno certo sostenuto i ceti medi e quelli popolari.
Se non c’è questo, non c’è storia: l’idea dei grandi fronti è assolutamente perdente e non credibile».  Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali dai microfoni di Studio 24 su RaiNews24.

«Senza la definizione di una piattaforma chiara e una proposta alternativa che rompa con il passato – prosegue il leader di SI – tutto il resto appartiene alla ginnastica politica, al giochino astratto delle alleanze. Dunque se poi guardo al dibattito in corso nel Pd faccio fatica a scorgere una sufficiente capacità di revisione critica delle scelte concrete fatte dai loro governi. Se cambiano le cose, come sempre non in modo pregiudiziale verificheremo nel merito. Ma oggi siamo in questa situazione».

«La ‘non indifferenza’ nei confronti del congresso del Pd? Lo voglio dire a Massimo D’Alema, e lo dico anche ai compagni e alle compagne del mio schieramento: è arrivato il momento di “anche basta” nel voler trasformarsi ogni volta sempre in commentatori di quello che accade nel Pd. Non mi pare che il problema del Paese sia questo. Quello che manca a questo Paese è una sinistra».

«”Anche basta” perchè è inutile giocare sui termini con cui giudicare le varie mosse di questo o di quel capo Pd, e avere quello spazio politico come unico punto di riferimento. In questo modo non si va da nessuna parte.
Si può certo costruire una relazione, avere rapporti, perfino costruire alleanze, ma solo se si è in grado di mettere in campo una prospettiva autonoma. E in questo momento, guardando le scelte concrete, occorre essere anche conflittuali. Voglio essere chiaro – conclude Fratoianni – e lo dico con una battuta: se si pensa di opporsi al Decreto Dignità del governo gialloverde rivendicando la bontà del JobsAct, se si pensa di opporsi a Salvini rivendicando la bontà e l’efficacia delle politiche di Minniti contro i migranti, è tutto sbagliato.
Finora nel Pd le differenze sono essenzialmente sullo stile, su chi ha più volontà di tessere rapporti unitari o chi vuole essere più autoreferenziale. Ma sul merito, insisto, non vedo ancora sufficienti elementi di discontinuità con il loro recente passato».

da www.sinistraitaliana.si

 

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