PERUGIA - La manifestazione nazionale del 12 maggio a Roma contro le politiche del governo Monti organizzata dalla Federazione della Sinistra è pienamente riuscita. Migliaia e migliaia di partecipanti, almeno 40.000 giunti da tutta Italia: un fiume di bandiere rosse. E anche da Perugia e dall’Umbria sono partiti cinque autobus alla volta di Roma: lavoratori, giovani, precari, pensionati, artigiani, studenti dei nostri territori hanno voluto partecipare ad una manifestazione che ha posto al centro della sua piattaforma una chiara proposta di unità a sinistra per costruire l’opposizione politica e sociale al governo Monti. In questo senso la presenza delle bandiere della Cgil, dei Movimenti per l'acqua e dei No Tav è stata particolarmente significativa, così come l’ adesione di alcuni dirigenti di Sel. Anche la dimensione europea con cui si è caratterizzata la manifestazione è un dato politico rilevante: dal palco sono infatti intervenuti Vassili Primikiris della segreteria nazionale di Syriza – il secondo partito alle recenti elezioni politiche in Grecia, Pierre Laurent, segretario nazionale Pcf, del Front de gauche, reduce dal successo di Mélenchon ed Ines Zuber del GUE – Gruppo della Sinistra al Parlamento europeo. Tutti contributi importanti per un lavoro comune della sinistra di alternativa europea contro le politiche della BCE, della UE e il Fiscal Compact, per difendere la democrazia, i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, per l’Europa sociale.

Contributi tanto più importanti se si pensa alle ricadute delle scelte dell’Europa e di Monti sui nostri territori. L’Umbria continua infatti ad essere attraversata da una profonda crisi economica: il dato della Cgil sulle casseintagrazioni è impietoso. Le proposte sul lavoro, con lo svuotamento dell’articolo 18 e la sostanziale liberalizzazione della precarietà per smantellare la contrattazione nazionale e la democrazia sindacale, accompagnate da misure inique e recessive sul piano economico, stanno impoverendo anche la nostra regione. Basti pensare all’introduzione del vincolo del pareggio di bilancio in Costituzione: i diritti alla salute, all’istruzione, al trasporto, alla previdenza e all’assistenza sono sacrificati sull’altare del libero mercato, gli spazi democratici vengono sistematicamente ristretti, gli Enti Locali, trasformati in gabellieri come dimostra l’odiosa ed ingiusta IMU, sono stritolati da un Patto di Stabilità assurdo i cui effetti ricadono tutti sui cittadini. Lo abbiamo detto: pensiamo che nella nostra regione ci possano essere le condizioni e le sensibilità politiche per dare una risposta appropriata alla crisi economica e sociale e alla sciagura del governo Monti, recuperando e mettendo a valore le radici culturali profonde che sono nelle sue migliori tradizioni di governo buono, democratico e di sinistra. Non solo. Proponiamo di continuare a rafforzare ed unire la sinistra, come abbiamo fatto recentemente a Todi, a Città di Castello, a Gualdo Tadino e a Castiglione del Lago. Anche nella nostra regione ribadiamo quanto uscito dalla manifestazione di Roma: uniamo la sinistra e costruiamo l’opposizione politica e sociale al governo Monti, un punto di riferimento per coloro che si ritrovano nelle battaglie della Fiom sulla democrazia e l'articolo 18. Un progetto che parli alla società, all'associazionismo, ai giovani, che intrecci le ragioni del lavoro con quelle dei movimenti per i beni comuni. L’unità della sinistra può dare corpo a queste aspirazioni e aprire uno spazio politico capace di conseguire questi ambiziosi, ma necessari, obiettivi.

Enrico Flamini, Segretario Provinciale Prc-FdS Perugia

 

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