di Franco Calistri

PERUGIA - Passata la giusta letizia per la cacciata, speriamo per sempre, ma non è affatto detto, del Caimano, l'Italia, le forze politiche e, per quanto ci riguarda da vicino, la Sinistra si trovano a fare i conti, conti amari e difficili, con una crisi che è ancora ben lontana dall'essere superata (anche i grandi strateghi della Commissione europea si sono finalmente accorti che siamo di fronte ad un qualcosa che investe l'intero sistema economico capitalistico e ne mette in discussione le fondamenta) e con le ricette per arginarla. E le ricette proposte per il nostro paese dal nuovo governo Monti, ancorché appena abbozzate, si muovono nel solco di un pensiero economico, politico e sociale che nulla hanno a che vedere con quanto, in tutti questi anni, portato avanti e rivendicato dalla Sinistra, quella storica, nella sua diaspora, come quella dei nuovi (e vecchi) movimenti. E non poteva che essere così. Confidiamo che Monti possa stupirci con effetti speciali, ma già le poche scarne concrete indicazioni contenute nel suo discorso di insediamento fanno ben intendere dove si intende andare: una per tutte: in tema di mercato del lavoro l'aver sposato in pieno le tesi della cosiddetta flexisecurity da tempo sostenute dal prof Ichino e che lo stesso Partito Democratico, nella recente conferenza sul lavoro, non si è sentito di sposarle, mettendole in minoranza. Molto probabilmente non ci saranno, come vengono ormai definiti con un orribile termine, interventi di macelleria sociale, non è nello stile di questi signori chiamati a governare il paese. Fatto sta che con questa roba la Sinistra non c'entra e non può che stare all'opposizione.

Tuttavia questa fase politica, difficile, incerta, proprio per questa sua caratteristica, costituisce una formidabile opportunità per la ripresa del dialogo a Sinistra, rimette in gioco la possibilità di lavorare ad un progetto di riunificazione della Sinistra, di costruzione di una nuova soggettività politica della sinistra che, mai come oggi, affondi le sue radici nelle ragioni del Lavoro. Ovviamente questo comporta la revisione profonda delle strade (definirle strategie sarebbe troppo) sin qui battute dai vari spezzoni della Sinistra, superando personalismi e diatribe del passato. Questo significa che Rifondazione Comunista, in questi giorni impegnata nel dibattito congressuale, prenda atto del fallimento del progetto di Federazione della Sinistra, un progetto mal gestito, che non è stato in grado di attrarre e che ormai viene percepito, al di fuori degli addetti ai lavori, come lo strenuo tentativo di tener in vita una sorta di testimonianza comunista. Dall'altro lato SEL e Vendola la smettano con questo tentativo di OPA sul Partito Democratico, prendano atto che la foto di Vasto, spendibile in una prospettiva di elezioni alle porte, è ormai lacerata, che elezioni al momento non ce ne sono e che quello che succederà di qui alle elezioni, che con buona probabilità ci saranno nel 2013 e non prima, è tutta da vedere e da giocare. Se ci sarà l'orgoglio da parte di tutti di compiere questo scatto, ci sarà un futuro per la Sinistra in questo paese. Altrimenti.......
 

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