di Stefano Vinti

I numeri parlano chiaro, i 10 anni delle giunte Romizi, e quindi della destra perugina, hanno aggravato la già critica situazione del commercio di prossimità e del centro storico della città. È continuata imperterrita la politica dell'assedio dell'acropoli di Perugia, con il proliferare delle cattedrali del consumo, supermercati di tutte le dimensioni addirittura nel parco di Pian di Massiano, e allo stesso tempo è proseguito lo spopolamento del centro.

I dati sono dell'Osservatorio di Confcommercio, il confronto tra i dati del 2012 e quelli del giugno 2023 evidenziano un terribile -30,95% delle attività commerciali nell'aeroporto perugina, contro il pessimo -13,98% del resto del territorio comunale. Un vero e proprio disastro.
Negli ultimi 4 anni, nel centro storico di Perugia si è passati dalle 274 imprese commerciali del 2019 alle 241 del 2023, -12,04%. In calo anche le attività fuori dal centro storico: 1.160 attività del commercio nel 2019, 1.077 nel 2023, -7,16.
A Perugia nel centro storico bar, ristoranti e alberghi erano 229 nel 2019, 225 nel 2023. Fuori dal centro storico stesso trend: 575 impre del comparto ricettività-ristorazione nel 2019, 530 nel 2023. Invece gli affitti brevi, nello stesso periodo, sono cresciute del 18,18%.
Siamo di fronte ad una vera e propria desertificazione commerciale e della economia di prossimità, molto grave nel centro storico e grave nelle periferie.
Per il centro storico, occorre un 'piano casa' del Comune, della Provincia, della Regione, dell'Ater, del governo  nazionale, della Ue, sul modello della ristrutturazione della Torre degli Sciri, che in dieci anni si prefigga di riportare ad abitare nell'acropoli decine di giovani coppie, in alloggi pubblici modernamente ristrutturati e funzionali a canone concordato, con servizi ai cittadini e progetti culturali e d'intrattenimento di qualità. Avere come obiettivo strategico il ripopolamento del centro storico della città deve essere una priorità politica, culturale e amministrativa. 
Insomma una nuova idea di città, quello che non ha avuto Romizi e la destra in questi ultimi dieci anni.
Stefano Vinti (associazione culturale UmbriaLeft)

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