di Silvana Barbieri.

La sospensione della vendita da parte europea di armi alla Turchia è un atto che non significa niente, essendo la Turchia il secondo paese, quanto a forza militare, della NATO, ed essendo essa stessa produttrice di armi, su licenza europea e statunitense. La strombazzatura dei governi europei su questa sospensione altro dunque non è che la foglia di fico di un'indecente Europa, incapace di una reazione minima dinanzi alla guerra del fascista Erdogan contro quel Rojava democratico che ha difeso il mondo dall'ISIS (creato dalla Turchia per fare la guerra alla Siria).
Negli anni '30 al nazismo fu consentito, dalle varie potenze europee, di riarmare, poi di invadere Austria e Cecoslovacchia: la convinzione di tali potenze era che, così soddisfatta, la Germania si fermasse.Fu anche per molti versi l'illusione di Stalin, ma la Germania invase la Polonia e la Francia e poi attaccò l'URSS.
Questa dovrebbe essere una buona lezione per l'Europa. Necessaria anche perchè la Turchia di Erdogan ha ripudiato i confini assegnatele, dopo la Prima guerra mondiale,avendola persa, dal Trattato di Sevres, e apertamente rivendica pezzi di Grecia, Bulgaria, Siria, oltre a occupare più di un terzo di Cipro. E' necessaria anche perchè la Turchia vuole prendersi tutti i giacimenti di idrocarburi nel Mediterraneo orientale, di pertinenza invece di molti paesi.
Ma probabilmente gli attuali membri dei governi europei oltre a essere degli insensati opportunisti non erano neanche bravi a scuola in storia.

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