ELEZIONI UMBRIA – IL RITORNO DELLA NORMALITA’
Di Ciuenlai - Da oggi vi diranno che la vittoria del Campo Largo in Umbria è il frutto di un progetto, di un programma condiviso e convincente, di una proposta di idee e di persone di qualità. Non ci credete troppo. C’è anche del vero, ma il grosso è propaganda.
Vince la Proietti perchè è riuscita , soprattutto nelle ultime settimane, a sfruttare l’onda lunga di Perugia e della collega Ferdinandi e a presentarsi come civica slegata dai partiti, vince la Proietti perchè la gestione della sanità, cioè della Regione, da parte del centrodestra è stata così disastrosa da far incredibilemente rimpiangere l’era Marini, vince la Proietti perchè la destra non ha saputo creare un consenso stabile, non riuscendo nè a cambiare il nucleo dirigente di questa regione, nè a convincere le principali categorie sociali a proseguire con loro . Ed è stato proprio questo uno dei punti cruciali di questo risultato.
I vecchi apparati formatisi in decine di anni di seconda repubblica, nel corso del dominio dell’ex centrosinistra, non erano spariti. Anzi sono tornati prepotentemente sulla scena per riprendersi il posto e i ruoli apicali, persi in questo lustro di marca Tesei. In elezioni a bassa affluenza in cui vanno principalmente a votare soggetti interessati ,ciò, come avevo scritto qualche settimana fa, avrebbe avuto un effetto decisivo.
E che questo mondo si è rimesso in moto lo si capisce dal lungo elenco di Comuni passati in questi anni al centrodestra (Citerna, Gubbio, Costacciaro, Umbertide, Tuoro, Città della Pieve, Marsciano, Orvieto, Spoleto, Foligno, Valtopina), che sono tornati ieri a ridare la maggioranza dei consensi agli eredi dell’Umbria Rossa. Dunque la possibilità di portare la nostra Regione nell’area della destra è oggi miseramente fallita. Ai “Neri”, delle maggiori città dell’Umbria (quelle superiori ai 35 mila abitanti), rimane solo Foligno (dove oggi peraltro sono in minoranza). In questa strana era parlare di svolte è pericoloso, ma quello che è successo ieri è una cosa che somiglia molto ad un ritorno alla normalità.
Anche i numeri dei partiti vanno in questa direzione. Il PD torna ad essere saldamente la forza politica egemone. Guadagna voti sia sulle politiche che sulle precedenti regionali nonostante la forte diminuzione degli elettori. Ed anche questo è un segnale che la vecchia classe dirigente ha avuto un impatto decisivo nel determinare il risultato. Per la destra, invece, sono solo dolori. Lascia, come coalizione, 90 mila voti sul campo; la Lega sprofonda rispetto alle scorse regionali e Fratelli D‘ Italia la imita (70 mila voti meno in confronto alle Politiche). E’ una dura lezione politica. Signora Meloni; non è difficile nè impossibile prendere i “fortini avversari” . Il difficile è tenerli.
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