“Chi di sanità colpisce, di sanità perisce”. Mi è venuto in mente questo vecchio detto popolare per esprimere un primo commento su queste elezioni regionali.
Lo scoppio di sanitopoli del 2019 aveva provocato un terremoto politico dentro le fila del centro sinistra e, in particolare modo dentro il PD. Più volte il dibattito politico si è concentrato sull’opportunità delle dimissioni dell’allora governatrice Marini. È comunque indubbio che il sistema umbro, che si era posto all’attenzione come laboratorio politico ed esempio per un progetto nazionale, era definitivamente decaduto. La sinistra non riusciva più a esercitare quel ruolo egemone ed a fungere da cinghia di trasmissione tra la società civile, la politica e le Istituzioni. L’esplosione del caso sanità rappresentò la fine di quel mondo, di quell’idea della politica che, ancora oggi, nonostante la vittoria della Ferdinandi e della Proietti, rappresenta una visione di alternativa di società.
La politica è visione, è da questa visione che si crea quella tensione che porta ad avvicinarsi alla politica, ad impegnarsi per un mondo migliore.
Questa disaffezione si è palesemente manifestata anche domenica e lunedì.
Un’affluenza così bassa non si era mai vista nella nostra regione e, al di là dell’ottimo risultato, al quale tutti speravamo, dovremmo tutti riflettere sulle cause che portano tanti cittadini a rimanere a casa, a non impegnarsi, a far sì che le nostre società siano estremamente individualiste, al rifiuto
pregiudiziale di qualsiasi confronto. Eppure la mission della politica è fare società, è la coesione sociale, senza la quale non esiste comunità. Ma fatta questa premessa, il risultato è stato eccellente e anche in questo caso la situazione della sanità regionale determinante. Questa volta, però, non è stato dettato da un presunto caso di clientelismo, ma da una concezione di come è stata gestita la sanità in questo quinquennio, di fatto privilegiando il sistema privato a danno di quello pubblico. In questi 5 anni si è depauperata la sanità pubblica, è stata smantellata, è stato finanziato il sistema privato, messi in seria difficoltà le aziende ospedaliere.
Tutti abbiamo potuto constatare in che stato verte l’ospedale di Perugia e quello di Terni, come essi siano stati depotenziati, come il diritto alla salute, sancito dalla nostra Costituzione, sia stato calpestato da provvedimenti che ne minavano continuamente l’efficienza che invece, nonostante
tutto, era riuscito a raggiungere.
Questo secondo me ha determinato in modo pungente la netta affermazione della Proietti e del centro sinistra. A trarne più vantaggio è stato il PD, AVS e M5S non sono riusciti ad andare oltre il 4,5% e nel complesso la Proietti prendi circa 16000 voti in più delle liste che l’appoggiavano. E sono altresì convinto che temi come la pace, il lavoro, l’ambiente, punti essenziali nel programma del centro sinistra, siano stati argomenti importanti per il risultato finale. Dobbiamo ancora parlare di Pace, di Lavoro, di ambiente. Devono essere prioritari in un’agenda politica che dal diritto alla salute rivendica tutti i diritti per ricostruire una società che possa guardare al futuro con speranza, che possa dare una visione alle giovani generazioni.
Dobbiamo ricostruire un tessuto sociale che oggi appare lacero. Siamo fiduciosi, Perugia e L’Umbria hanno messo uno stop a un’ideologia integralista che tende a chiudersi in sé stessa, a non aprirsi, a vedere nella diversità un presunto male per le nostre società.
Così non è e così non sarà mai. Le varie tradizioni culturali non possono essere un valore assoluto, esse hanno bisogno di contaminarsi per creare un futuro che sia di pace e che, come dice la nostra Costituzione, ripudia la guerra.
Esprimo, insieme a Umbrialeft, la soddisfazione di questa importante e fondamentale vittoria, auguriamo un buon lavoro alla neo eletta Governatrice, un lavoro che sarà impegnativo difficile, pieno di sfide e perciò ancora più affascinante.
Associazione culturale-politica Umbrialeft - Attilio Gambacorta
 

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