Di Ciuenlai - Le elezioni della “Provincette” , di solito, è una questione che riguarda solo  gli”apparati” e non frega un tubo a nessuno. Stavolta no, perché l’inversione di tendenza  a svantaggio della destra potrebbe venire confermata in maniera inaspettata ed imprevista. 

A dispetto di Andreotti ,che il potere logora chi ce l’ha, è un dato acclarato di questi tempi. Dal clamoroso risultato delle regionali i sondaggi segnalano un lento ma inesorabile declino dei “bianconeri”, che hanno perso 6 punti percentuali in pochi mesi, pur rimanendo sopra la soglia del 50%. Ma “ Radio scarpa” fa sapere che alcune rilevazioni riservate di questi giorni già segnalano la discesa sotto la maggioranza assoluta di Tesei e soci. Quindi portare a casa le Province significa far sapere a tutti  che i risultati ottenuti in questi anni non sono una ventata passeggera, ma un muro costruito con robusto cemento. Ma c’è un problema chiamato Perugia. Sulla carta sembrerebbe non esserci partita.

Il centrodestra governa il 56% della popolazione e sarebbe in netto vantaggio visto che gli elettori del Presidente e del Consiglio Provinciale sono i consiglieri comunali dei 59 comuni che compongono il territorio del Capoluogo. Soltanto che il sistema del voto ponderato ,  quello che pesa i consensi a seconda della grandezza dei comuni, per effetto dei risultati elettorali delle amministrative di ottobre,  non da più alcuna certezza. Il vantaggio del centrodestra non è di 8 punti come nella popolazione governata , ma scende a mezzo o, al massimo ad un punto percentuale. Questo vuol dire che due o tre raffreddori  con febbre potrebbero cambiare l’esito del confronto.

E di raffreddati potrebbero essercene di diversi  nel vecchio Polo. La destra è tutta un conflitto nella nostra regione ed i casi Spoleto non sono ne isolati , ne tantomeno fortuiti, ma diffusi , partendo dalla “capoccia” di Palazzo Donini (ogni riferimento al caso Melasecche è puramente casuale). C’è di più. La candidata del cosiddetto Centrosinistra, la “civica democristiana” Proietti, è in grado di pescare voti tra i moderati dell’altra seconda, come i risultati di Assisi dimostrano. Il centrodestra è quindi chiamato ad una difficile prova di compattezza. Se fallisce la sua egemonia in Umbria rischia di essere una breve parentesi come già accaduto negli anni 60.  

Perché la vittoria della Sindaca di Assisi sarebbe un ulteriore consolidamento del passaggio di consegne dalla destra classica ad una destra moderata e conservatrice , protetta dalle insegne del civismo e appoggiata da quel che resta di Pd e sinistra, ormai subalterni a questa logica. Certo la vittoria di Zuccherini non risolverebbe tutti i problemi del centrodestra, ma darebbe un segnale di ritrovata unità a  tutta la comunità regionale. Una boccata di ossigeno puro di cui ha assoluto bisogno. Ma ne è capace?

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