di Vito Nocera.

In realta' la cosa non mi sorprende.
Usciamo da alcuni mesi di grande movimentazione del quadro politico, tutti o quasi hanno fatto mosse repentine e inattese ed e' chiaro che se tutto si riduce al piano tattico, e le cose si fanno e si disfano nelle aule parlamentari, la zampata di Renzi dovevi aspettartela.

Ha cominciato - ancora sotto il sole rovente - Matteo Salvini, che pure un suo rapporto col Paese ( per quanto distorto ) mostra di averlo.

Ha pensato di rovesciare il tavolo con banale ingenuita' mista ad arroganza, sottovalutando le resistenze, soggettive e di sistema, che sarebbero venute alla sua forzatura.

Ha proseguito Conte, svolazzando con indifferenza dalla guida di un Gabinetto di centro destra, con forti venature nazionalpopuliste, ad uno di centro sinistra fortemente connotato in senso europeista.

Lo stesso ovviamente hanno dovuto fare Pd e Cinque Stelle, archiviando in meno di un battito d'ali anni di sanguinose asprezze e battaglie frontali.

Perfino piu' a sinistra, per quel poco che resta, c'e' voluto un bel po' di intraprendenza per aprirsi all'idea del governo senza troppo starci a pensare.

Poi e' chiaro che il timore di vedere i "pieni poteri" nelle mani del capo leghista ha giustificato e nobilitato ogni cosa.

Il tasso di autoreferenzialita' di tutta questa movimentazione e' pero' molto alto.

E in quel varco , che prima ha prodotto, quasi imposto, si e' poi incuneato Matteo Renzi.

In tutto questo il Paese profondo e' rimasto abbastanza distante, a tratti facendo fatica a capire in questo gran cambiamento cosa potesse cambiare per le sue vicende piu' dolorose e difficili.

Forse che Whirpool non smette piu' di fare lavatrici nel sito di Napoli?

Forse che i ragazzi di una generazione che sembra in esubero sono davanti a nuove speranze?

Forse per il Sud si prospetta finalmente un cambio di passo?

Vedremo. Certo e' che, se si esclude la timida e tardiva chiamata in causa di una piattaforma Rousseau abbastanza discutibile e discussa da parte dei grillini, in alcun modo tutte queste svolte si e' provato a confrontarle e innervarle dentro una dimensione culturale e sociale.

E nella autoreferenzialita' dei corridoi istituzionali arriva l'accelerazione di Renzi, altrimenti impossibile in un quadro di piu' ricca e consapevole partecipazione sociale.

E il peggio ( per la nuova maggioranza di governo intendo ) e' che quella di Renzi sembra essere una sfida che dalle aule parlamentari punta a un progetto piu' ampio.

Parlarne come di una delle tante scissioni a sinistra o anche solo come un tentativo di sottrarre qualche forza al vecchio Cavaliere mi pare un errore. Lì non leggo l'ambizione di fare un altro piccolo gruppo di sinistra ne' solo qualche acquisto da Forza Italia.

Provare a pararne il colpo con manovre che blindino il governo mi appare miope.

Puo' non piacere - e a me non piace per niente - ma Renzi pensa in grande, il suo obiettivo mi sembra quello di scombussolare tutto il quadro politico attuale.

La sua ricerca di un centro non ricalca il perimetro del ceto medio benpensante che tradizionalmente quel vecchio centro ha alimentato.

Renzi sa benissimo che ne' Andreotti ne' Blair possono oggi essere i modelli ( in questo faccia attenzione Bersani ad inchiodarlo in una lettura tutta neoblairiana).

E' una sorta di macronismo all'italiana il vero obiettivo dell''ex premier, dove il centro non e' l'area sociale della moderazione ma un luogo inedito, trasversale a destra e sinistra, in cui si addensano nuovi bisogni contemporanei, economia di mercato, radicalismi sui diritti individuali e civili.

In questo la sfida non e' solo al pd o ai resti di forza Italia ma agli stessi grillini.

Insidiati proprio nel mantra fondamentale della loro unica identità, quell'essere ne' di destra ne' di sinistra di cui essi si fanno scudo per non scegliere mai quali interessi sociali tutelare davvero e quali avversare.

Questo a me pare il progetto, ambizioso, ambiziosissimo.

Che poi riesca davvero e' tutto un altro discorso.
Quando si va in mare aperto, sappiamo, si puo' naufragare come scoprire altri mondi. Vedremo.

Intanto quello che e' certo e' che l'attuale maggioranza non potra' rimanere a guardare, ne' solo pensare di poter sussumere col governo ogni respiro e disegno politico.

Soprattutto a pd e alleati di sinistra spetta il difficile ma ineludibile compito di aprire una frontiera nuova al Paese.

Dimostrando che innovazione e futuro sono coniugabili anche a sinistra e conquistando a questa prospettiva milioni di cittadini a partire dalle generazioni piu' giovani.

E occorre sbrigarsi.

Ache per non correre il rischio di vedersi relegare al ruolo di spettatori impotenti ( in questo caso davvero a piluccare oziosamente pop corn ) mentre va in onda la sfida tra i due Matteo.

E non solo nel salotto di Vespa.

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