<strong>Mario Tiberi</strong> La vigilia del Santo Natale è stata parzialmente turbata, in Orvieto, da un furibondo alterco improvvisamente esploso tra due uomini dediti alla vita pubblica in città e, anche, oltre i suoi confini. Non è dato sapere, di sicuro, se realmente dalla bocca del Dr.Cimicchi sia uscito l’appellativo di “Carneade”, quale sinonimo di “perfetto sconosciuto”, rivolto all’indirizzo del parlamentare orvietano; sta di fatto che quest’ultimo ha immediatamente reagito, replicando che l’ex sindaco ha rappresentato per Orvieto una triste esperienza come lo fu, per la Palestina di duemila anni orsono, la figura di Erode.

Allora, mi vengono da sottoporre ai due baldi duellanti dei quesiti, uno per ciascuno.
Al Dr. Cimicchi chiedo se non trova più appropriato il paragone con “Don Abbondio”, piuttosto che con “Carneade”, considerato che il suo non occasionale interlocutore, come ormai ampiamente provato, è uomo che pecca di coraggio nelle scelte difficili e il coraggio, virtù sempre meno praticata, “non se lo può dare chi non ce l’ha”.

All’On. Carlo Trappolino (lo chiamo solo Carlo giacché per l’Emanuele, “ la Provvidenza con noi”, dovrà ancora molto attendere finché non avrà adempiuto all’opera assegnatagli dalla volontà popolare e sin qui opacamente e insufficientemente svolta), chiedo invece di precisare a quale Erode ha inteso riferirsi se, in ipotesi, ad Erode il Grande o ad Erode Antipa poiché, tra i due, la differenza è enorme e confonderli non produce altro che alimentare ulteriore confusione.

Qualunque sarà la conclusione di codesta non certo esaltante storia, mi permetto comunque di offrire all’attenzione di entrambi i contendenti le seguenti frasi celebri tratte dalla civiltà latina.
“Pharao superbus ascendere cupiebat et in profundum descendit quasi lapis”: il Faraone oltremodo ambizioso desiderava salire in alto e, invece, è sprofondato come fosse una pietra. (Iscrizione riportata sull’arazzo che adorna la “Sala della Lupa” in Montecitorio).

“Feriuntque summos fulmina montes”: i fulmini colpiscono le vette più alte. (Quinto Orazio Flacco).
“Fortuna vitrea est; tum cum splendit, frangitur”: la buona sorte è come il vetro; così come può splendere, così può frangersi. (Publilio Siro).

Lascio a chi lo vorrà ogni commento o personali considerazioni; per mio conto affermo solamente che coloro i quali immaginano la politica quale palestra ove esercitare giochi al massacro, complotti di palazzo o atti di sabotaggio già, da loro stessi, si autoescludono dalle libere, civili e democratiche competizioni per le rappresentanze popolari nelle Istituzioni.
 

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