Il prossimo 25 gennaio saranno due anni dall'omicidio di Giulio Regeni. Morire a 28 anni, nel pieno del suo impegno intellettuale, un futuro da sognare e tante speranze, alimentate da profonde e sincere passioni, spezzate senza una ragione, o meglio per ragioni di stato inconfessabili.

Giustamente, sempre il 25, ci saranno in molte città d'Italia delle manifestazioni per chiedere giustizia e verità sulle dinamiche e cause della morte. Una verità nascosta che non è più possibile tollerare e queste voci chiederanno al Governo Italiano di prendere tutte le strade necessarie, senza timore alcuno, per accertare una volta per tutte questa verità e trovare i veri responsabili.

Nessuna ragione di Stato può impedire che giustizia venga fatta.

Giulio Regeni, finito nelle mani dei servizi segreti egiziani per le sue ricerche, fu da questi torturato e, a causa di in violento colpo al collo, ucciso.

Le autorità egiziane smentiscono questo fatto attribuendo le responsabilità a bande di criminali vicino alla setta religiosa "i fratelli mussulmni", ma sembra una vera e propria giustificazione tendente a dirottare le responsabilità dai veri colpevoli.

Regeni stava conducendo una ricerca in Egitto, per conto dell'università di Cambridge, sui sindacati indipendenti egiziani. In alcuni scritti Regeni denunciava la mancanza di democrazia e la difficile situazione sindacale dopo la rivoluzione del 2011.

Per questo è poco credibile che delinquenti comuni o appartenenti a sette religiose possano aver compiuto un atto così atroce.

L'Egitto, come tutto il nord Africa, dopo le cosiddette "primavere arabe", sta vivendo sotto un regime autoritario dove la democrazia è solo enunciata, ma non effettivamente praticata ed esercitata.

A questa situazione va aggiunta una scellerata politica condotta dall'occidente in quella martoriata regione, alla quale si aggiunge drammaticamente il medio-oriente.

Spesso (sempre) le ragioni economiche superano sia quelle umani che quelle morali e gli affari di Stato sono imprescindibili, ma giustizia deve essere fatta. La verità su questa giovane vita spezzata deve essere fatta.

Umbrialeft parteciperà alla manifestazione del 25 gennaio prossimo unendosi alle tante voci che chiedono giustizia per Giulio Regeni, un giovane, uno studente, un ricercatore al quale gli è stata negato il diritto della vita.

Associazione culturale Umbrialeft
Attilio Gambacorta

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