di Sandro Roazzi

La domanda più diffusa dopo la scossa di terremoto ad Ischia è certamente quella che accusa: come si può morire con un quarto grado che in Giappone non farebbe sussultare nessuno? La risposta di Ministri, Governatori, politici non solo è del tutto elusiva, ma usa parole da linguaggio grottesco ed inetto...di serafici commentatori, non da responsabili della cosa pubblica. Si ostentano giudizi da predicatori in disgrazia; così si condannano (sic!) coloro (chi sa chi?) che non rispettano le norme, si dà la colpa allʼabusivismo (evidentemente nasce spontaneo come i funghi...), si invoca la prevenzione (banalità con toni da salotto insulso) . Non si dice lʼunica verità sensata: abbiamo fallito tutti, tutti e senza alibi.
È notorio che in Italia si dovrebbe aprire un periodo pluriennale di interventi a tappeto per mettere in sicurezza il territorio. Con risorse e tempi certi, piani capillari, il tutto al riparo dalla lotta politica. Un programma necessario di lavori che andrebbe sottratto alla propaganda dei partiti e dei Masanielli, come pure alle insidie criminali con un patto politico fra tutti da rispettare quale che sia il colore del potere. Si è aggiunto inoltre che prevenire costa meno o quanto il dover intervenire dopo i disastri. Ma non è proprio così: prevenire vuol dire anche non fare funerali, non distruggere attività, non sradicare popolazioni. Una differenza non marginale. E cʼè un costo morale in più da considerare: quello di aver omesso di garantire ai cittadini una vita al riparo da tragedie troppo spesso evitabili.
Un grande programma di interventi trasformerebbe lʼItalia in un grande cantiere in grado non solo di dare parecchio lavoro ma anche di trasmettere una scossa positiva al nostro tessuto economico e civile.
Ed invece si blatera di ovvietà, senza avere la forza di alzare lʼasticella del confronto politico mai così in basso.
Del resto alle spalle abbiamo vicende collegate a terremoti ed altre catastrofi naturali che hanno messo in mostra lʼinettitudine ed i fallimenti di personaggi e di forze politiche da destra a sinistra. Fino allʼuscita davvero poco gloriosa di Errani, eretto a simbolo di un cambiamento radicale rispetto al passato che non si sa dove sia.
E questo scenario di attese tradite si popola solo di fantasmi: quelli dei colpevoli troppo spesso impuniti. Come fanno i protagonisti dellʼattuale scena politica a dimenticare tutto questo è davvero un bel mistero. Non sentono vergogna e non sono in grado di determinare una vera svolta. La vergogna semmai la provano...per loro i cittadini. Ma paradossalmente questo sentimento viene usato come una ...assoluzione. Servirebbe invece un comportamento da classe dirigente di cui non vi è traccia.
Ed è un peccato perché un grande piano di ricostruzione del Paese potrebbe essere una formidabile occasione di riscatto. Intanto lʼunica nota positiva è quella del salvataggio dei tre bambini dalle macerie di Ischia. Una vittoria della vita che dovrebbe aiutare a capire quel che si dovrà fare. Oltre la retorica del momento.

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