di Hank Bukowski.

Lo ammetto: ogni tanto scrivo qualche stupidità, ma più per leggerezza che per inganno. Ci sono pensieri, infatti, che vogliono aria, ogni tanto, per alleggerirsi del peso inquietante della consapevolezza. Ma poi la realtà è feroce e ti sbatte in faccia le assurdità del mondo:
come il “Congresso Mondiale delle famiglie” a Verona, che è un modo ipocrita per dire che l’oscurantismo sta rialzando la testa. E allora la leggerezza ti passa. Vorrei perciò parlare di questo fenomeno evitando il folklore e l’approssimazione. Perché dietro la kermesse montata
a Verona in realtà non c’è tanto la famiglia quanto lo spettro ideologico e reazionario del bigotto puritanesimo americano. Partiamo da qui, allora, dalla famiglia.
Da cosa si vuole difenderla?
Uno immagina dalla miseria, dall’ignoranza, dalla disgregazione sociale,dall’incertezza, dall’individualismo esasperato. E invece no: per questi pasdaran dell’integralismo postmoderno la famiglia è minacciata dalla libertà e dalla laicità. Per cui propugnano uno Stato inquisitorio che possa dettare l’agenda morale e la condotta sessuale delle persone.
Una sorta di nuovo puritanesimo che imponga le linee al governo, che assegni i ruoli, che riconduca la donna al focolare e l’uomo alla gestione del potere.
Un più risoluto patriarcato incardinato sulla superiorità neoliberista, dove contano la competizione, il successo, il profitto. Sembra quasi un discorso ragionevole a valutarlo con leggerezza.
La vera posta in gioco però è un’altra: quella di mascherare il fallimento della religione e, insieme, il fallimento totale dell’ideologia liberista che di fatto hanno minato dalle fondamenta la società, e dunque la famiglia, rendendola superflua, un peso sociale, un freno all’individualismo e all’edonismo consumistici.
Il tentativo, dunque, ideologico e politico, è quello di dare alla malattia sociale contemporanea, cioè al neoliberismo, una patente di moralità e di rispettabilità, attraverso la riproposizione di ricette reazionarie che salvino sia il potere economico sia quello religioso, che a suo modo si sente accerchiato e minacciato dalla secolarizzazione, dal nichilismo, dalla sacralità perduta.
Insomma, il discorso sulla famiglia, sulla sessualità, sulla fede e sui valori, rientra in una “narrazione” tutta ideologica che individua nella laicità dello Stato, nei diritti collettivi e nelle libertà civili, i responsabili dei mali contemporanei. Ma è una colossale mistificazione. Non a
caso, non è una pura coincidenza storica l’ammassarsi contemporaneo all’orizzonte delle vicende politiche di tanti eventi anomali e negativi, tutti coincidenti però con un’unica matrice ideologica.
Parlo, per esempio, dei tanti rigurgiti nazionalisti, dei populismi di destra, dei settarismi culturali, degli integralismi religiosi, dei razzismi. Cosa li accomuna? Quale filo rosso c’è tra il congresso di Verona, la presenza di Bannon nella nostra vita politica, le sparate sessiste e omofobe della Lega, il sovranismo di Trump e di tutti i suoi estimatori europei, i rigurgiti settari di un certo moralismo borghese, il silenzio del Vaticano sul nuovo movimentismo reazionario che serpeggia anche nella Chiesa?
Apparentemente nulla. Perché così deve sembrare ai devoti indifferenti. La questione di fondo però è quella di aprire un varco nell’opinione pubblica democratica, per portare a compimento il tentativo di rafforzare e di integrare in un’unica strategia, i tre ordini supremi che governano la politica mondiale: cioè l’ordine economico, l’ordine militare e l’ordine religioso, che guarda caso si ritrovano oggi accomunati dagli stessi interessi all’interno dell’impero neoliberista americano.
L’obiettivo è l’egemonia sulla globalizzazione che deve rimanere a guida americana. Però sappiamo tutti cos’è la globalizzazione, subendone gli sfaceli. Sappiamo che mentre il mondo si degrada e si impoverisce, una ristretta èlite globale controlla la quasi totalità della ricchezza
mondiale. Sappiamo che la mondializzazione in atto non porta più libertà, più democrazia e più diritti, ma povertà, incertezza e precarietà.
È questo cambio di paradigma della modernità che ha invertito la storia, innescando una serie di processi sociali che hanno travolto non solo la famiglia, ma la cultura, la solidarietà, la democrazia, lo spirito comunitario, la fede, la soggettività.
Come si recuperano allora i valori se non si mette in discussione questa ideologia a-morale e antistorica che ha eletto a proprio Dio il denaro e il profitto?

Condividi