De-globalizzazione.
di Paolo Brutti.
Bernard Henry Levì è stato un filosofo della nouvelle vague, scrittore affascinante con tono profetico. Ha scritto che se la Russia perderà la guerra e sarà ricacciata oltre confine l’Europa e il mondo conosceranno un nuovo rinascimento. In America lo chiamano de-globalizzazione. Cosa significa? Significa dividere il mondo in due sfere di influenza, con sistemi tecnologici separati, sistemi finanziari separati, sistemi energetici separati e sistemi monetari separati. Quello che si è visto nell’ultimo voto dell’ONU sulla espulsione della Russia dal gruppo dei diritti umani mostra che più di metà del pianeta ha detto sostanzialmente no, con l’astensione di paesi grandi produttori di petrolio. Una situazione eccellente, verrebbe da dire da parte di chi vorrebbe la fine del signoraggio del dollaro. Se non fosse che il sistema basato sul dollaro ha detto che impedirà la formazione dell’altro sistema anche con la guerra. La conseguenza per il nostro continente sarà un forte ridimensionamento regionale dell’euro e il riassorbimento dell’Europa nel sistema del dollaro. In questo quadro l’idea dell’Europa unita e autonoma è un miraggio irraggiungibile. Non avremo la pace e nemmeno l’autonomia dell’Europa. In questo senso la guerra in Ucraina è uno spartiacque che ha dato carburante etico alla riunificazione dell’Occidente sotto il segno dell’ egemonia del dollaro. Putin ha fatto un azzardo, qualunque siano i motivi che lo hanno spinto. Questo azzardo peserà. Gli armamenti all’Ucraina forniti dall’Occidente crescono di quantità e qualità. Il conflitto potrebbe prolungarsi nel tempo e i russi, se ne hanno, useranno altre armi più micidiali. La pace, se ci sarà, verrà decisa sul campo. Ma abbiamo valutato bene tutte le conseguenze di una guerra lunga e sempre più distruttiva? Soprattutto quelle economiche e sociali? Per questo resto sempre più convinto che sarebbe un bene se il conflitto si concludesse rapidamente e venissero offerte condizioni di pace negoziabili. Prepariamoci a questo evento, quando potremo dire che la pace giusta c’è e qualcuno vuole la guerra comunque. Sarà un passaggio difficile che potrebbe costare anche una rottura nel governo italiano e in Europa. Si vedrà chi avrà più coraggio, il coraggio della pace e non per la guerra fatta con le vite degli altri.
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