di Antonello Chianella*

La demo-crazia, cioè potere del popolo, verrà sostituita dalla data-crazia cioè dal potere dei dati?

“I grandi cambiamenti sociali portano al cambiamento dei mezzi per il potere”, dice la Storia .

C’è un algoritmo dietro ai semafori delle città, un algoritmo che governa i social e nelle mail che riceviamo ogni giorno. Gli algoritmi sono ovunque e nei prossimi anni lo saranno ancora di più. Anche la politica si sta adeguando e sta diventando una formula matematica per dividere il bene ed il male, il giusto e lo sbagliato, che acclama o caccia le persone; scarichi unʼapp e sei nel mondo virtuale della datacrazia, fatta di un popolo di seguaci sfegatati dove il tuo dissenso viene vagliato e segnalato, i tuoi “mi piace” premiati con dei punteggi che ti fanno scalare la classifica degli ultras.

Un clic e voti, un clic e sei fuori.

Che si chiami Rousseau o Bob il punto non cambia, cʼè un controllo democratico oppure uno staff pagato per dire solo le cose che pensa il capo? Dietro queste piattaforme cʼè la volontà di sequestrare decisioni ed informazioni, di creare delle false verità, una comunità di adepti ? È lecito chiedersi come viene usato il potere che si concentra nelle mani dei ‘padroni’ delle piattaforme web? Con quali soldi si finanzia questo sistema? Se si dematerializza il luogo delle decisioni e la tua decisione ha un impatto per la vita di un paese, non dovresti essere soggetto ad organi di garanzia e controllo? Il web per sua natura è anarchico ed è un bene che sia così, restrizioni e controlli hanno il sapore di una censura oppressiva, gli strumenti per comunicare i fatti devono essere a disposizione di molti è questo è un bene, ma se un partito-movimento investe risorse ingenti per ‘drogare lʼalgoritmo’ e sballare la realtà non bisognerebbe intervenire? La sinistra è chiamata a confrontarsi con questi temi, perché da qui passerà la qualità della nostra democrazia nel futuro. Il punto non è lo strumento, ma le distorsioni che delle lobby potentissime ne stanno facendo.

Libertà è la parola cardine, la libertà di determinare le proprie scelte di vita, che si parli di singoli o di interi popoli, la libertà di esprimere il proprio pensiero senza essere ghettizzato, la libertà di dire al capo che sta sbagliando, la libertà di combattere contro leggi ingiuste o prepotenze.

Confesso la mia allergia alle nuove pratiche imposte dai guru del web e penso che la sinistra debba rappresentare i sentimenti, i sogni ed i bisogni di un popolo, cose che non possono stare dentro una formula matematica. Un’ultima domanda la indirizzo al il mio partito, il Pd. La piattaforma web che Renzi sta predisponendo dal nome Bob è una sua personale piattaforma? Perché, se così fosse, tutte le domande poste sopra gli andrebbero rivolte ed il silenzio che ha avvolto questa vicenda è una cosa davvero preoccupante. Sarebbe utile conoscere cosa è Bob al netto delle dichiarazioni di facciata e se è compatibile con la nostra vita democratica interna oppure se ne altererà lʼequilibrio.

La storia per fortuna ci insegna che arriva sempre il momento in cui un sano voto democratico rimette tutte le cose a posto, le persone in carne ed ossa contano, il cuore, lʼintelligenza e la coscienza sono fattori inalienabili alla faccia di tutti i guru ed algoritmi. In ogni epoca cʼè stata una casta che ha tentato di sottrarre le decisioni ai più ed in ogni epoca cʼè stato un popolo che si è ribellato. Ricordate il film “Nel nome del signore”, il monologo del frate interpretato da Sordi?

“Aoooo popolo, ma che te sei messo in testa? Ma che vói? Vói comannà te? E chi sei? Sei Papa? Sei Cardinale? O sei Barone? Perché se non sei manco Barone, chi sei? Sei tutti l’altri, e tutti l’altri chi so’? Risponni, risponni a me invece d’assartà li castelli, chi so’, so l’avanzi de’ li Papi, de’ li Cardinali, de’ li Baroni, e l’avanzi che so’? So’ monnezza, popolo sei ‘na monnezza!”. Così si chiudeva il monologo invitando il popolo ad andare a casa. Ecco popolo, ti invito a non andare a casa, è quello che vogliono, sperano nel tuo silenzio.

*Esponente della sinistra Pd

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