di Giuseppe Mattioli.

La Sinistra per Perugia ritiene il licenziamento di una lavoratrice, perché sul suo profilo facebook ha scritto alcune osservazioni sulla mancanza di sicurezza nella sua realtà lavorativa, un vero affronto alla sua dignità e la calpestazione di diritti fondamentali: una gravità inaudita.
Da parecchio tempo non solo le aziende hanno costretto i lavoratori ad operare in un clima di repressione e di controllo pesante, senza contrattazioni aziendali serie, ma ora si arrogano il diritto di sindacare anche l’operato esterno di un lavoratore.
Secondo noi questo atto aziendale viola molte norme sia della Costituzione che dello Statuto dei Lavoratori.
Se ci sono state, in quello che ha scritto la dipendente, frasi offensive nei confronti dell’azienda devono essere impugnate come tali in tribunale, il licenziamento è comunque fuori da questo contesto. Secondo noi deve essere subito riassunta.
Tra l’altro ha fatto bene e il suo dovere l’operaia ad evidenziare, ciò che a molti fin dall’inizio del coronavirus è stato evidente, che in molte situazioni le assicurazioni fatte dai datori di lavoro, la diversa organizzazione, gli annunciati provvedimenti sanitari, erano del tutto insufficienti.
Gli industriali per anni hanno denigrato e umiliato i lavoratori, rilegandoli alla irrilevanza sociale e produttiva, all’ultimo gradino sociale poco sopra i disoccupati. Ora di fronte all’emergenza, sono tornati provvisoriamente ad essere importanti per produrre ricchezza, senza però essere pagati sufficientemente e con poche protezioni.
L’inadeguatezza delle paghe dei lavoratori è un grave problema che nel nostro Paese in questi anni si è aggravato ulteriormente.
Speriamo che il sindacato, come fa da anni, non cali le brache di fronte a questi potenti che hanno sponsorizzato e sorretto, ci sono molti esempi da ricordare, la costruzione di una società ultra liberista, con il mercato padrone assoluto, in disfacimento di valori e di coesione sociale, con una politica che favorisce il privato a danno del pubblico, dove l’unica cosa che conta sono i soldi e gli interessi dei gruppi industriali, editoriali, televisivi, assicurativi e finanziari.
Di questi fatti il sindacato dovrebbe farne una questione nazionale sia di confronto con il governo che con gli industriali, i quali hanno scelto la strada dell'intransigenza e dello scontro, e deciso, anche attraverso la gestione della crisi, di dare una ulteriore botta ai diritti dei lavoratori. Sempre che gli venga permesso. Anche per il sindacato può essere l’occasione di riscatto e recuperare fiducia e consenso. Ma, credo, che senza lotte adeguate, considerando la situazione attuale, con molte leve del potere in mano agli industriali, niente si potrà ottenere.
La gestione della crisi, la ricostruzione sociale ed economica però possono essere un’ultima possibilità per far rinascere una forza autenticamente di Sinistra, democratica e di governo, schierata per il cambiamento, alternativa al liberismo e all’accumulazione delle ricchezze sulle mani di poche persone. Un movimento di giovani e di anziani tutti accomunati da un insieme di valori e priorità irrinunciabili, legato da un nuovo grande sogno per una società democratica e progressista, nella difesa dei più deboli e dei beni comuni.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

Condividi