CRISI ULTRADECENNALE
di Stefano Vinti
Marco Revelli :" ...quello zoccolo duro,impermeabile all'argomentazione razionale e inconvincibile con gli strumenti della scienza ufficiale e della statistica, che costituisce la base coriacea dell'ultimo populismo, non si è formato con la pandemia, e men che meno con la campagna vaccinale e il green pass ( che sono solo i detonatori). È al contrario il prodotto di un processo pluridecennale di sfarinamento della struttura sociale e di decostruzione dell'equilibrio esistenziale propri della modernità novecentesca. Una lunga fase di scomposizione degli aggregati sociali (sconfitta del lavoro, crisi del ceto medio, smaterializzazione delle appartenenze) e contemporaneamente di colonizzazione del mentale da parte di narrazioni potenti e falsificanti che hanno sovrapposto al rapporto collettivo con la realtà un piano di finzione ad uso dei poteri dominanti pervasivo ed alienante.
Tanto che potremmo persino leggere nei sussulti di queste piazze un improvviso, brusco risveglio di chi, preda a lungo dell'illusione, riapre all'improvviso gli occhi, e come l'uomo di Camus si rivolta. Se non fosse che in questo apparente soprassalto, l'uomo alienato di ieri si rivolge ai più triti e originari stereotipi dell'alinazione dell'altro-ieri, preda di maghi e fattucchiere, di narrazioni illusionistiche e di complottismi pacchiani, in un processo di progressiva <distruzione della ragione> in cui l'estrema destra antisistema nuota come il pesce nell'acqua...".
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