Crisi - Le agenzie di rating hanno un gigantesco conflitto di interessi
di Leonardo Scimmi
PERUGIA - Nei giorni scorsi il Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo ha approvato una risoluzione dell’eurodeputata greca Anni Podimata (Gruppo Socialisti e Democratici) per imporre in tempi brevi e a livello europeo una tassa sulle transazioni finanziarie (Ftt). La tassa prevede un’aliquota compresa fra lo 0,01 e lo 0,1% che nello solo spazio UE darebbe un gettito pari a 200 miliardi di euro ogni anno.
”Se non si riesce a imporre una tassazione sulle transazioni finanziarie a livello mondiale, l’UE dovrebbe fare il primo passo e imporla a livello europeo”, spiega la risoluzione. Altro tema oggetto di discussione in Europa è quello delle Agenzie di rating. E’ oramai palese a tutti il ruolo determinante assunto dalle 3 agenzie di rating americane nel condizionare le scelte dei mercati.
Ed è altrettanto palese che – nonostante gli errori passati – i mercati non possono prescindere al momento di
giudizi di dette agenzie. Non sfugge a nessuno tuttavia il chiaro conflitto di interessi che inficia le agenzie di rating, i cui azionisti sono, tra gli altri, soggetti attivi nel mercato stesso, nonché la loro fallibilità, come avvenuto nei giudizi positivi emessi su Lehman Brothers and AIG poco prima dei rispettivi crack.
Le proposte in discussione sono varie e vertono soprattutto sulla creazione di un’agenzia di rating pubblica europea che sia fortemente indipendente ma democratica allo stesso tempo e che possa bilanciare lo strapotere delle agenzie private americane fornendo ai mercati un giudizio indipendente e fondato su criteri trasparenti.
Alcuni dubbi, tuttavia, sono leciti, dovrebbe essere fugato il dubbio di un ulteriore conflitto di interessi, pubblico questa volta, da sommare a quello privato già esistente nelle agenzie americane. I temi ancora poco esplorati sono quelli della necessaria maggiore concorrenza nel mercato delle agenzie di rating – che sono attualmente solo tre - e la possibile regolamentazione delle agenzie esistenti.
Un’ipotesi potrebbe essere proporre a livello globale un pacchetto di regole che disciplini le agenzie di rating
regolandone: - il conflitto di interessi insito tra gli azionisti ed i soggetti analizzati; - l’accesso al mercato, quindi la concorrenza; - i sistemi di corporate governance; - la indipendenza; - la responsabilità per i giudizi emessi.
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