L’articolo sulla Nestlè a firma del segretario nazionale della Flai CGIL, secondo noi, è davvero sorprendente.
Viene fatta una accurata analisi di come si evolve oggi la multinazionale, anche se con notizie francamente non nuove, dato che sono state pubblicate, già da qualche tempo, sui giornali economici.
Quello che rattrista, a più di tre mesi dall’inizio della vertenza sindacale alla Perugina, e sopratutto dopo l’incontro non positivo al Mise, è la mancanza di presa d’ atto che un periodo, alquanto lungo, si è concluso, e che in questi mesi si aprono scenari diversi dal passato e sicuramente non positivi.
Se ciò corrisponde al vero, perché non si riconosce che oggi è necessario aprire una fase diversa di contrattazione e che arroccarsi alla difesa del vecchio accordo, o sperare solo sul governo, risulta una posizione debole e che non risolve i problemi occupazionali.
Per salvaguardare il posto di lavoro a 365 lavoratori, dichiarati in esubero dall’azienda, sarà necessario portare avanti molto più di un confronto sindacale, ma servirà uno scontro forte contro una linea politica attuata dalla Nestlè, che punta ad un drastico ridimensionamento dello stabilimento di San. Sisto.
Non riscontriamo nel sindacato nessuna volontà politica di opposizione alla linea operativa di queste multinazionali, che il linea con la Confindustria
arrivano, sfruttano un territorio, poi lo abbandonano, lasciando solo macerie.
Al prossimo incontro, probabilmente, verranno trovati dal governo gli strumenti di legge, che insieme alle ricollocazioni territoriali, agli incentivi, ai prepensionamenti, nel corso di tre anni accompagneranno all’uscita le persone in esubero.
Ma così inevitabilmente accetteremo che la Perugina diventerà una fabbrica
che produrrà pochissimi prodotti, con meno di 500 persone fisse, alcuni stagionali, molto efficiente e remunerativa, ma con più sfruttamento e di pari passo all’ammodernamento tecnologico, sempre con meno lavoratori.
Ciò che serve, secondo noi, è un vero piano industriale che punti ad ampliare la gamma dei prodotti e dei marchi, con forti investimenti produttivi.
Sappiamo benissimo che si tratta di una strategia industriale e commerciale completamente diversa da quella attuale, e che incontrerà resistenze fortissime, quasi impossibili da superare, ma dobbiamo provarci, se vogliamo dare un futuro a questa azienda.

Non capiamo quindi perché il sindacato non parla di forte mobilitazione, lotte, di opposizione , anche culturale, nei confronti della Nestlè, dato che questa è una vertenza decisiva per il futuro di Perugina.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

 

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