PERUGIA - “Nonostante la difficile congiuntura economica la partecipazione femminile al mondo delle imprese è in espansione. Sono quindi essenziali politiche per favorire la nascita e lo sviluppo di imprese rosa. Le Cna di Umbria, Toscana, Emilia Romagna e Marche perciò hanno effettuato una ricognizione, mettendo a confronto i provvedimenti esistenti nelle 4 regioni del centro nord”.

Cinzia Bugiantelli, presidente di Cna Impresa Donna dell’Umbria e titolare di un’affermata officina meccanica, interviene a proposito dell’iniziativa interregionale, l’ultima in ordine di tempo di una serie di appuntamenti analoghi che le Cna delle 4 regioni hanno organizzato nel corso degli ultimi anni, tenutasi ieri (martedì 8 novembre, ndr) a Firenze presso la sede del Consiglio regionale della Toscana. Le politiche per l’imprenditoria femminile nelle regioni del centro nord sono state oggetto di un confronto che ha visto intervenire assessori e dirigenti regionali. Per l’Umbria ha partecipato Daniela Toccacelo, responsabile del servizio ‘Politiche di sostegno alle imprese” della Regione Umbria.

“Al di là, e prima, della difficoltà di genere – dichiara Cinzia Bugiantelli, presidente regionale di Cna Impresa Donna - c’è davvero l’estrema preoccupazione di riuscire a mantenere vive le piccole imprese in un mare in cui sembra che non ci sia onda favorevole. Perciò accogliamo con grande favore l’approvazione all’unanimità da parte del Parlamento dello ‘Statuto delle imprese’, nel quale troviamo il tema della conciliazione dei tempi di lavoro con gli impegni familiari e il sostegno alle imprese femminili e giovanili. Ma anche quelli della semplificazione burocratica e l’attenzione particolare al problema della tempestività dei pagamenti che, specie per la piccola impresa, sono di basilare importanza vista la crescente difficoltà nel reperire flussi finanziari dalle banche, che restringono gli affidamenti e aumentano a dismisura il costo del denaro. Nonostante ciò, di fronte alle difficoltà del mercato del lavoro, le donne reagiscono con il lavoro autonomo e la voglia di fare impresa. L’imprenditoria femminile rappresenta una realtà sempre più importante e dinamica che – conclude Bugiantelli - può diventare una leva strategica contro questa crisi che ha reso ancor più difficile fare impresa”.

SCHEDA IMPRENDITORIA FEMMINILE
Sono quasi un milione e mezzo le imprese al femminile in Italia (dati Unioncamere al 31/12/2010). Di queste 262.613 sono le imprese femminili con sede nelle quattro regioni del centro nord: 99.331 in Toscana (23,8% del totale delle imprese), 97.107 in Emilia Romagna (20,4%), 42.184 nelle Marche (23,9%) e 24.662 in Umbria (25,7%). E queste imprese rosa sono diffuse non solo nei settori ‘tradizionali’ (acconciatura e estetica), ma anche e sempre più nel manifatturiero (19,7%), prevalentemente nelle Marche e in Toscana.
Per quanto riguarda la forma giuridica le ditte individuali femminili sono il 60,7% del totale, seguite dalle società di persone (22,8%) e dalle società di capitali (14,1%). La distribuzione nelle regioni del centro nord vede le ditte individuali toccare quota 62,9% in Umbria, 60,7% in Toscana e Emilia Romagna, mentre nelle Marche raggiungono il 65,3%. Le società di persone sono il 24,1 in Umbria, il 25,5%, in Toscana, il 23,4% in Emilia Romagna e il 21,3% nelle Marche. Superano di poco il 10% le società di capitali nelle 4 regioni, con in testa la Toscana e Emilia Romagna (14,5 %), in seconda posizione le Marche (11,8%) e in ultimo l’Umbria con l’11,4%.

L’attività imprenditoriale femminile riesce ad essere più longeva di quella degli imprenditori. Pur avendo una dimensione micro (da 1 a 9 addetti) contribuisce a creare più posti di lavoro. Ha ancora un livello di partecipazione al mondo imprenditoriale notevolmente al di sotto delle proprie potenzialità, anche se negli anni ha aumentato la presenza. L’imprenditrice manifesta un più forte bisogno di servizi a supporto della competitività, soprattutto per l’innovazione. Sente ovviamente più degli uomini la complessità di gestire i tempi di lavoro e della famiglia e si appoggia prevalentemente alla rete familiare e amicale. Ha una gestione finanziaria dell’impresa molto cauta e in caso di necessità preferisce rivolgersi alle banche locali. Percepisce di più la crisi economica, ma reagisce con strategie di organizzazione e rilancio. Tra gli interventi pubblici a supporto dell’impresa ritiene prioritaria la riduzione delle tasse, la necessità di maggiori finanziamenti pubblici e la semplificazione amministrativa. Ha una vasta rete di conoscenze sul territorio e preferisce avere relazioni con le proprie colleghe, con le quali realizza anche progetti.
 

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