CITTA' DELLA PIEVE - Sabato 28 gennaio, in rappresentanza del Comune di Città della Pieve, il vicesindaco Fabrizio Fattorini ha partecipato al Forum dei Comuni per i beni comuni, convocato dal sindaco de Magistris a Napoli, con la finalità di riunire il maggior numero possibile di amministratori, associazioni, movimenti e cittadini per un confronto sul tema dei beni comuni, che mettesse in primo piano le esperienze territoriali e dal quale potessero emergere proposte condivise da sottoporre al Governo e al Capo dello Stato.

“L’idea, a mio parere vincente, - spiega Fattorini - di andare oltre la democrazia rappresentativa, allargando la partecipazione e la consapevolezza dei cittadini, ha visto l’adesione di oltre 3mila persone (secondo quanto riportava il giorno dopo il Manifesto), ed in effetti il via vai di gente tra una sala e l’altra dei tavoli tematici era impressionante”. I partecipanti hanno potuto contare su un’organizzazione perfetta: “La giunta di Napoli - aggiunge il vicesindaco di Città della Pieve - ha dimostrato che la volontà di cambiamento può trovare sbocco e creare prospettive nuove sia per una Città che sta riuscendo pian piano ad uscire dal ‘buio’ politico e amministrative dei governi locali che l’avevano preceduta, sia facendosi promotrice di azioni che vanno oltre il territorio partenopeo e che possano richiamare un’attenzione politica ma anche sociale a livello nazionale; il successo della giunta de Magistris e del Forum dei Comuni non risiede solo nella forte personalità del Sindaco di Napoli, ma in una collaborazione costante tra soggetti competenti che guidano gli assessorati in maniera collegiale e sempre attenti a tutto ciò che si muove anche al di fuori dei palazzi istituzionali, convinti della possibilità che alla democrazia locale si possa intrecciare la democrazia partecipativa”.

L’apertura dell’iniziativa da parte di Alberto Lucarelli, Assessore ai beni comuni, ha posto da subito l’accento sull’importanza dei Comuni che “devono impegnarsi, attraverso un patto federativo a gestire l'acqua attraverso un modello pubblico partecipato, eliminando dalla tariffa il 7% relativo alla remunerazione del capitale investito(…); uscire da subito dal circuito affaristico di inceneritori e discariche, poter modificare i propri statuti per introdurre la nozione di bene comune, non soltanto simbolica, ma capace di influenzare le politiche pubbliche locali”. “L’importanza di questo incontro e delle sue proposte - sottolinea Fattorini - come evidenziato in molti interventi, sta nel fatto che nonostante lo scorso giugno siano andati a votare per il referendum sulla ripubblicizzazione dei beni comuni 27 milioni di italiani, prima il governo Berlusconi, ora quello Monti stanno cercando di aggirare la volontà popolare, reintroducendo processi forzati di privatizzazione dei servizi pubblici locali e di fatto ignorando palesemente l’esito referendario. Un altro tema su cui si è fortemente dibattuto sono le regole del patto di stabilità che limitano fortemente l’autonomia dei Comuni che in futuro non saranno più in grado di erogare i servizi pubblici costituzionalmente garantiti (welfare, trasporti, scuola, sanità,ecc.) le cui conseguenze si faranno maggiormente sentire per i soggetti più deboli della società, che saranno un numero sempre maggiore data la crisi economica che stiamo attraversando. Il Comune, l’ente più prossimo al cittadino, sarà così svuotato dei suoi poteri per lasciare, nella più diffusa tradizione neoliberista, il posto al mercato e alle sue regole”.

Ciò che è scaturito, invece, dalla lunga giornata del Forum, è che un modello alternativo è possibile: “Si pensi - conclude il vicesindaco Fattorini - all’azienda speciale totalmente pubblica nata poche settimane fa a Napoli per la gestione del servizio idrico; certo servirà la partecipazione delle istituzioni, delle associazioni ma anche dei cittadini per far sì che un modello alternativo come questo si possa diffondere e realizzare concretamente”. De Magistris ha concluso la giornata dando appuntamento a tutti alla prossime iniziative, perché solo un primo passo è stato fatto e il Comune di Città della Pieve, nel rispetto della volontà espressa dai suoi cittadini con il referendum, continuerà la sua partecipazione.

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