PERUGIA - La CGIL dell'Umbria, in un seminario tenuto venerdì 21 settembre, ha discusso degli effetti del decreto sulla spending review, confermando il proprio giudizio negativo per le ricadute sui servizi e sui lavoratori. Al seminario hanno partecipato Carlo Calvieri, docente universitario, Claudio Carnieri, presidente Aur, Gianluca Rossi, assessore regionale, e Michele Gentile, della Cgil Nazionale.

La discussione è partita dall'analisi del decreto, che contiene misure che riguardano tutta la Pubblica Amministrazione e interviene su una parte dell'assetto istituzionale con l'intento di semplificare. La Cgil, da sempre, ha sostenuto la necessità di una semplificazione, utile però, solo se fatta nell'ottica di un rafforzamento e non di un indebolimento delle istituzioni locali. Al contrario, il decreto del governo interviene operando tagli lineari che nulla hanno a che vedere con una reale revisione della spesa. Sia questo decreto che il precedente “Salva Italia”, delineano infatti un quadro che non ridisegna organicamente i livelli istituzionali, ma opera un drastico ridimensionamento di risorse, spogliando i territori di servizi e lavoro.
“La logica che sottintende la politica del governo, è quella di ridimensionare il welfare come modello di riferimento per una concreta protezione sociale”, ha osservato Michele Gentile della Cgil nazionale nel suo intervento al seminario, ricordando che, non a caso, nel documento che accompagna la spending review si sostiene che c'è bisogno di misure che riducano i confini dell'intervento pubblico.
I numeri chiariscono la dimensione di questo attacco: i finanziamenti del Servizio Sanitario sono ridotti di 22 miliardi, quelli del Fondo Sociale sono passati da un miliardo nel 2004 a 10 milioni nel 2012, tutto ciò a testimoniare la volontà di arrivare a definire un modello di welfare che potrà garantire solo una parte dei servizi essenziali di cittadinanza.
Per la Cgil, l'alternativa alla frammentazione dei servizi non può essere la centralizzazione regionale. E' necessario, quindi, un riassetto istituzionale che ridisegni gli ambiti provinciali e che guardi in via prioritaria al lavoro e ai servizi. Bisogna fare in fretta, perché i tempi sono stretti e non consentono di dilazionare una decisione che va assunta rapidamente. Il futuro dell'Umbria è dato dalla capacità delle classi dirigenti di tenere insieme lo sviluppo, il welfare e le riforme istituzionali, un regionalismo nuovo, che possa guardare oltre gli steccati territoriali, per garantire la dimensione istituzionale della regione stessa.
La CGIL regionale chiede alle istituzioni tutte di cogliere l'opportunità di gestire in modo intelligente una legge sbagliata, da cambiare, e che il riordino degli ambiti provinciali sia la base di un'azione che tenga insieme gestione delle crisi aziendali, sviluppo economico, sistemi produttivi locali e servizi in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini.
Gli interventi del seminario hanno dato conto di un sistema che, nel tempo, è stato quello che ha condizionato l'agire sulle reti dell'economia e che può garantire la risposta democratica che serve: un'Umbria più regione, più forza unitaria, grazie ad una articolazione interna che determina e garantisce questa unità.
La Cgil dell'Umbria, proseguirà dunque nel suo percorso di mobilitazione contro la spending review, a partire dallo sciopero generale del pubblico impiego del 28 settembre, insieme alla Uil, e, al tempo stesso, porterà avanti, nei vari tavoli di confronto, una proposta basata su questa impostazione, approfondita e rafforzata dagli interventi del seminario di ieri.

Mario Bravi
Segretario generale Cgil Umbria
Lucia Rossi
Segreteria regionale Cgil Umbria

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