PERUGIA - Avremmo tanto sperato che la prima uscita pubblica del Comitato Rio Fergia, dopo quelle sulla sua vittoria nella causa con Idrea e sulla chiusura dei pozzi Corcia e Rigali, fosse stata ispirata dal dovere di richiamare la giunta gualdese delle destre berlusconiane ad adempiere alle volontà espresse dal consiglio comunale per la ripubblicizzazione dell'acqua. Soprattutto a seguito dell'inequivocabile successo referendario e forte della scelta della stragrande maggioranza dei cittadini italiani e gualdesi, ci saremmo aspettati che il Comitato di Boschetto avesse speso un pò del suo tempo e si fosse riconvocato in seduta straordinaria ed urgente proprio per sollecitare alla Giunta Morroni l'avvio del percorso per la restituzione al Comune del servizio idrico integrato, così come deliberato dal consiglio comunale fin dal novembre dello scorso anno e perchè quella delibera è esecutiva fin dal 16 gennaio di quest'anno.
O avremmo tanto sperato che proprio quel Comitato cui si deve la vittoria finale per impedire una nuova concessione per l'ulteriore sfruttamento a fini commerciali delle risorse idriche locali, dopo la sentenza del Consiglio di Stato e dopo aver giustamente festeggiato il successo delle proprie ragioni, avesse preso la palla al balzo per ergersi a voce della Città e promuovere tra le forze politiche e sociali cittadine un vasto confronto per pretendere da Rocchetta maggiori ricadute economiche e sociali per il territorio e maggiori cautele ambientali in relazione alla concessione in essere da quasi vent'anni. Noi la disponibilità gliel'avevamo data.
Avremmo altresì sperato che il Comitato, sulla medesima questione della chiusura dei pozzi Corcia e Rigali e sugli obblighi di esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato da parte dell'autorità amministrativa locale, non si fosse accontetato delle sole parole di circostanza del Sindaco e della Giunta, ma avesse da loro preteso impegni più concreti e formali di quelli infine scaturiti nel recente consiglio comunale che si è occupato della vicenda e che ha rigettato, a maggioranza, l'unico documento proposto e discusso proprio a questo fine e senza mezzi termini, quello di Sinistra per Gualdo. Avremmo preteso una parola pubblica dal Comitato, in altri tempi, nella stessa fattispecie, così pronto a gridare la propria insoddisfazione e a dargli giù forte contro i presunti ladri di democrazia.
Avremmo anche sperato che il Comitato di Boschetto, in questi tempi così difficili di crisi economica, sociale e finanziaria, avesse espresso con forza la propria indignazione contro le politiche economiche e sociali con cui questo governo, le centrali bancarie internazionali e i poteri finanziari si apprestano a saccheggiare ulteriormente beni comuni e servizi pubblici locali, in totale disprezzo dell'esito referendario di giugno, e ad imporre ai cittadini una medicina in tutto uguale alle cause del male, quella della macelleria sociale, del furto di democrazia e dello sfregio ecologico.
Non ne facciamo una questione di ingratitudine o di lesa maestà, ma avremmo per di più osato sperare che dal Comitato Rio Fergia potesse venire un attestato di buona politica allorquando fu accolta la nostra proposta per l'istituzione di una conferenza partecipativa sulle tematiche della green economy e del ricorso alle fonti rinnovabili di energia. Proprio in questi giorni si va infatti formalizzando l'istituzione della conferenza permanente che abbiamo preteso proprio per fondare sulla partecipazione delle forze sociali della Città ogni processo decisionale che riguardi o che possa riguardare la programmazione degli interventi in materia di rinnovabili e di risparmio energetico. La partecipazione innescata, come ha reso noto la relazione della Commissione speciale del consiglio comunale, sta già dando i suoi buoni frutti in termini di idee e di proposte e si pone come una sicura garanzia perchè tutte le misure che si potranno prevedere in questa grande e cruciale partita possano muovere con trasparenza e democrazia verso finalità che attengono l'interesse generale, il rilancio dell'economia e la salvaguardia dei beni comuni. Nel mondo di oggi e per le sfide del futuro, energia, economia, ecologia e democrazia sono contermini e fanno tutte parte di un'unica questione: di come l'umanità e le comunità locali vogliano ricostruire il loro futuro e proseguire il loro cammino seguendo paradigmi di sostenibilità sociale ed ambientale. Un nuovo modello in cui l'unica crescita economica possibile sarà tale solo se si fonderà sul risparmio delle risorse energetiche e naturali, sulla riconversione ecologica, sulla preminenza delle volontà dei popoli e delle comunità e sulla riduzione radicale delle diseguaglianze sociali. Solo all'accoglimento di una proposta di Sinistra per Gualdo si deve l'apertura di una nuova stagione di confronto pubblico fondato sulla partecipazione civica attiva e sulla democrazia diretta che chiama cittadini, forze sociali, movimenti e comitati per l'ambiente a delle responsabilità precise, ne esalta i diritti di intervento nei processi decisionali della pubblica amministrazione locale e ne valorizza la rappresentatività anche informale, ma dal sodalizio di Boschetto non è venuta alcuna parola di riconoscimento.
Avremmo infine sperato che dall'intero Comitato, non solo da alcuni suoi singoli esponenti, potesse in questi mesi venire almeno una parola di sostegno per la battaglia condotta da alcuni cittadini gualdesi contro la riapertura delle cave di Vaccara, se non altro per solidarietà ad alcune ragioni che in precedenza si erano fatte comuni e condivise o quanto meno per la fondatezza delle preoccupazioni secondo cui l'attività estrattiva in questione potrebbe pericolosamente impattare nei dieci anni previsti della sua durata su una falda acquifera tra le più importanti del territorio, facente parte dello stesso bacino imbrifero di Boschetto, come dimostrerebbero gli stessi studi commissionati per vincere la causa contro Idrea/Rocchetta.
Il Comitato in difesa del Rio Fergia e i cittadini di Boschetto che sono stati limpidi ed indiscussi protagonisti di questo successo, non hanno certo bisogno di alcuna lezione di coerenza, ma nei casi nominati avrebbero dovuto dimostrare e dovrebbero dimostrare tutta quell'attenzione e quell'impegno che si rendono necessari affinchè si possa dire che la battaglia per l'acqua bene comune, per essi, non si ferma ai confini della loro frazione e non si riduce ad una guerra contro una major delle acque minerali. E' invece auspicabile e sarebbe necessario che la loro esperienza di comunità attiva, solidale e battagliera su questi temi si possa mettere altrettanto coerentemente a disposizione nella più generale lotta in difesa dei beni comuni, anche in relazione alle scelte che si possono e si debbono compiere su scala locale o rispetto a quelle che devono essere contrastate, per quanto compiute da una Giunta di centrodestra di cui fa parte un Assessore così legato a singoli esponenti di quel Comitato.
Nessuno può azzardarsi a mettere in discussione il valore, i meriti, le ragioni e la buona fede dei cittadini di Boshetto, ma anche per questo spiace constatare che dal Comitato che li dovrebbe rappresentare tutti, ai tempi della Giunta berlusconiana gualdese, non vi sia stata un'attenzione sufficiente verso quelle problematiche che restano ancora apertissime ed irrisolte e non vi sia stata tutta quella determinazione a stigmatizzare le cadute e le contraddizioni dell'attuale amministrazione comunale sui temi dell'acqua e della salvaguardia dei beni comuni.
E soprattutto spiace oggi constatare che, a fronte dei fatti nominati precedentemente e che non sono certo propaganda, l'unica parola pubblica per cui si sia speso il Comitato sia stata quella per esprimere solidarietà all'Assessore Simona Vitali, a loro dire vittima di un ingiustificabile attacco mossole dalle opposizioni e, sempre a loro dire, ardita, convinta ed indefessa protagonista della battaglia per l'acqua bene comune proseguita anche durante i mesi del suo incarico nella Giunta. Noi, per la verità, non ce ne siamo accorti, nonostante da parte nostra ci sia stata tutta la disponibilità a far fronte comune nello specifico e per quanto le avremmo concesso, nel caso, ogni sostegno incondizionato, politicamente disinteressato e concretamente puntuale.
Al contrario, con la difesa d'ufficio dell'Assessore nella quale si avventura il Comitato si tenta di trasformare un caso eclatante di amministrazione brutta, allegra e pellegrina in un'esaltazione impropria ed ingiustificata dell'operato e della presunta coerenza di un'amministratrice che, anche nello svolgimento delle sue funzioni pubbliche ed istituzionali, non se ne fa di portare avanti i suoi convincimenti personali più profondi e, senz'altro, condivisibili. Se poi questi convincimenti personali non si traducono e non riescono a tradursi in un indirizzo politico coerente e formalmente sancito della Giunta di cui l'amministratrice fa parte e diventano una pretesa di obbedienza ad un comando di un singolo senza alcun fondamento amministrativo e decisionale a giustificarlo, per il Comitato di Boschetto questa è una bazzecola ed appartiene al novero dei risvolti polemici meno interessanti. Se la presunta coerenza dell'Assessore Vitali riscontrata dal Comitato in questo caso dovesse essere il discrimine per prendere posizione in suo favore con foga così inusitata, allora ci chiediamo come mai il Comitato non abbia utilizzato lo stesso peso, la stessa misura e la stessa prontezza di riflessi nello stigmatizzare ufficialmente e pubblicamente l'iniziativa della Pro Loco di Boschetto che quest'estate, per un evento da essa organizzato, è ricorsa allo sponsor di una nota ditta di imbottigliamento delle acque minerali, diversa da Rocchetta, ma pur sempre mercificatrice di acqua. Parimenti, se la coerenza personale dimostrata dalla Vitali in via del tutto presunta ed eccezionale nel caso in questione, allora l'Assessore con delega ai Giochi de le Porte dovrebbe imporsi la stessa coerenza nella pretendere dall'Ente Giochi il rifiuto della sponsorizzazione annuale di Rocchetta. Si accomodi pure...
Ed infine, se la coerenza della Vitali così strenuamente difesa dal Comitato fosse stata tale nella realtà, effettivamente operante ed efficace e così ben giustificata dall'improprio rifiuto che si sarebbe voluto imporre al Museo regionale dell'emigrazione di proseguire nella sua collaborazione con Rocchetta, allora l'Assessore non avrebbe dovuto far rimbalzare nei social network la nota della direzione museale con la quale si promuoveva l'inaugurazione dei nuovi allestimenti e si ricordavano proprio gli sponsor, tutti, compresa Rocchetta.
La prima verità è che nella Giunta gualdese delle destre berlusconiane le ragioni dell'acqua bene comune non trovano nè spazio, nè rappresentanza, nè possibilità alcuna di essere difese ed esaltate. A Boschetto e nel Comitato se ne facciano definitivamente una ragione e agiscano di conseguenza. Infatti, se Simona Vitali è vittima di qualcuno o di qualcosa, questo qualcuno e questo qualcosa rispettivamente si chiamano: prepotenza e "fedeltà incondizionata" ad una Giunta e ad una maggioranza che con l'acqua bene comune c'entrano come i cavoli a merenda e che hanno ridotto ed infine ridicolizzato i convincimenti personali di un solo Assessore a rivendicazioni puerili e residuali coltivate con velleità, mosse per arbitrio e messe di fatto alla berlina ed alla mercè degli eventi e della più scomposta irrilevanza delle buone intenzioni.
La "censura" politica di questo arbitrio consumato nel pieno esercizio delle funzioni pubbliche (tecnicamente si chiama così ed è ben diversa da quella pretesa senza successo dal Sindaco e dalla Giunta agli organi locali di informazione), che le opposizioni, per il momento ancora da sole, hanno avuto la responsabilità di pretendere, non poteva e non può dunque tenere in considerazione le presunte ragioni che hanno mosso l'operato dell'Assessore, ma aveva ed ha l'obbligo di salvaguardare le regole di convivenza tra le Istituzioni pubbliche, la legalità amministrativa ed in ultima istanza la democrazia. Le ragioni dell'acqua bene comune, anche nei suoi più piccoli e più risibili risvolti, non si difendono certo con gli abusi e facendo strame di democrazia ed anche se queste avessero mosso l'operato dell'Assessore, non perciò esso sarebbe meno grave e politicamente "censurabile" a tal punto da chiederne le dimissioni.
Ed è proprio questa la seconda verità che emerge dalla vicenda: per quanto incredibili siano i tentativi del Sindaco e della Giunta di accertare la verità politica e di sopprimere le prerogative del Consiglio comunale solo per evitare le conseguenze politiche del loro comportamento sguaiato ed irresponsabile, la massime assise cittadina deve pubblicamente discutere e pronunciarsi su un fatto politicamente rilevantissimo e su un arbitrio compiuto da un amministratore pubblico nei confronti della direzione tecnica della principale Istituzione museale cittadina che giusto in questi giorni ha ancora una volta dimostrato la qualità e le potenzialità di sviluppo della sua proposta culturale.
Nel merito stretto delle rivendicazioni del Comitato di Boschetto e dei motivi per niente convincenti che l'hanno portato a difendere l'operato dell'Assessore quasi come se si trattasse di un doveroso, anche se inopportuno, sostegno dalla "genitorialità", tale comunque da smentire o da ridimensionare l'autonomia e l'indipendenza di giudizio del Comitato stesso, ci sarà tutto il tempo di discutere e soprattutto di agire. Le questioni legate alla convivenza ed all'interlocuzione tra una comunità locale ed un territorio (Istituzioni, politica e società civile) ed una grande multinazionale sono annose ed irrisolte, ma devono essere affrontate con ben altra misura, ben altra appropriatezza, ben altra determinazione, ben altra efficacia di quelle dimostrate dall'Assessore Vitali. Sono questioni complesse e difficili anche per un governo nazionale, figuriamoci per un'amministrazione locale, figuriamoci per una Giunta decotta e politicamente moribonda, figuriamoci per un singolo componente "incondizionatamente fedele" per missione e sua stessa ammissione ad una Giunta decotta e politicamente moribonda, peraltro supina per "credo" politico e culturale alle ragioni del profitto e dell'impresa piuttosto che a quelle del bene comune.
Soprattutto alla luce della sentenza del Consiglio di Stato era e resta possibile riaprire la partita dell'interlocuzione e del confronto con Rocchetta per la valutazione complessiva della sua presenza e delle sue attività ventennali nel nostro territorio e per una maggiore e più stabile ricaduta economica e sociale per la comunità della concessione per lo sfruttamento della risorse idriche locali. Come abbiamo fatto noi, anche il Comitato di Boschetto avrebbe dovuto in quell'occasione e dovrebbe oggi sollecitare a questo Sindaco e a questa Giunta, per il poco tempo di amministrare che resta loro, la riapertura di un tavolo di confronto e di trattativa tra Ente locale, Regione e Azienda. Questo sarebbe stato il modo più corretto, appropriato, assennato ed efficace per garantire quel "risarcimento" che la Città si attende. In questo scenario Sinistra per Gualdo si rende fattivamente disponibile a sostenere ogni iniziativa che le Istituzioni del governo locale intendano promuovere a questo scopo o per tutte quelle azioni di corresponsabilità poste a sostegno della cultura e della tutela dei beni comuni. Affinchè certo si possa scrivere acqua e leggere democrazia, ma anche affinchè non si possa solo recitare acqua e contemporaneamente strappazzare la democrazia e le regole di funzionamento e di relazione delle Istituzioni pubbliche.

Gianluca Graciolini

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