ROMA - Dichiarazione di Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini.

“Oggi in 100 città italiane, tantissime sedi dell’Unione Inquilini, quelle di sedi territoriali di altri sindacati inquilini e del sindacalismo di base, associazioni, movimenti, centri sociali, realtà sociali e politiche, manifestano con cortei, presidi, picchetti, occupazioni, flash mob, ecc. per affermare la necessità che si risponda con politiche sociali alla questione sfratti in Italia.
I dati parlano chiaro: dall’esplosione della crisi nel 2008 ad oggi gli sfratti sono cresciuti di circa il 50% e la causa fondamentale di questo aumento è data dall’esplosione degli sfratti per morosità che ormai sono il 90% delle sentenze emesse. Il problema riguarda l’intero Paese e non è più confinabile nell’ambito delle grandi aree metropolitane. Con questa tendenza, si possono prevedere nei prossimi 3 anni ulteriori 220 mila sfratti di cui quasi 200 mila per morosità.
In questo contesto, la proroga delle esecuzioni con la forza pubblica attualmente in vigore, che riguarda solo la finita locazione, è come ripararsi con un fazzoletto da una pioggia torrenziale.
E’ quindi improcrastinabile un provvedimento urgente per la sospensione di tutti gli sfratti, compresa la morosità incolpevole.
Per garantire il passaggio da casa a casa e invertire la tendenza degli sfratti occorre un’altra politica abitativa. Poniamo due questioni fondamentali: incrementare l’offerta pubblica di alloggi a canone sociale e abbassare gli affitti nel settore privato. Non è vero che non ci sono le risorse. Si possono trovare attraverso la penalizzazione della rendita immobiliare speculativa e una vera lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Avanziamo 3 proposte: un fortissimo incremento della tassazione sulle case tenute sfitte; eliminare la cedolare secca che ha introdotto una tassazione piatta sugli affitti, facendo in modo, invece, che le agevolazioni fiscali siano  in cambio di una diminuzione considerevole degli affitti attuali; combattere realmente il canone nero che nasconde oggi almeno 7 miliardi di euro l’anno al fisco.
La mobilitazione di oggi è per molti versi straordinaria. Per la prima volta, realtà tra loro autonome e differenti hanno deciso di coordinarsi senza gerarchie per dare voce a una questione che è emblematica della crisi e delle contraddizioni sociali che percorrono l’Italia.
Sull’ulteriore allargamento di questo movimento per il diritto alla casa e alla città vogliamo investire per una vera alternativa alla devastazione prodotta da decenni di politiche neoliberiste.”

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