Voglio subito dire che il mio contributo e’ nell’obbiettivo di aprire una riflessione troppo spesso omessa,sulla condizione del sindacato e in particolare della cgil dell’Umbria.Il mio e’ un atto d’amore dopo tanti anni di militanza verso la cgil,ma e’ necessario correggere le storture burocratiche che non possiamo piu’ permetterci . Va detto da subito che la cgil dell’umbria vive da alcuni anni una crisi pesante.Il peggior modo per affrontare la crisi e’ negarla ,ed e’ quello che sta’ facendo l’attuale gruppo dirigente.Il sindacato deve in primis superare le difficolta’di non riuscire ad aprireuna vertenza in Umbria,sono anni che c’e’ una piattaforma,riconfermata e aggiornata anche nell’ultima assemblea generale di questa settimana.Una vertenza fatta vivere nei luoghi di lavoro e non solo utile ad una conferenza stampa.Una vertenza per recuperareil drammatico ritardo di inattivita’ in difesa della sanita’ pubblica massacrata dal governo regionale, che era iniziata nel 2022 e se ne e’ saputo piu’ poco.Una vertenza umbra sia sulle politiche salariali ma nell’insieme delle condizioni materiali di lavoro drammaticamente peggiorate.Raccontare e leggere la realta’ riportando i dati non e’ piu’ sufficiente , le proposte la cgil ce le ha, e’ necessario ,dirrei,indispensabile riaprire il conflitto sociale.In sostanza bisogna chiedere i soldi ai datori di lavoro,e’ indispensabile aprire una fase di mobilitazione verso i soggetti di rappresentanza dei datori di lavoro.Mi domando da quanti anni la cgil di Perugia non promuove una manifestazione di fronte all’associazione industriale.Le vertenze , le battaglie sindacali vanno fatte vivere nei luoghi di lavoro,facendo tante assemblee ,oramai sempre piu’ rare,e non come nell’occasione dello sciopero nazionale contro il dramma degli incidenti nei luoghi di lavoro che in Umbria e’ drammaticamente fallitoi,neppure i delegati hanno fatto sciopero,ora su un tema cosi rilevante non possiamo far finta, tanto piu’ in una regione con i dati percentuali peggiori d’Italia.Abbiamo bisogno di un sindacato unito che rimette al centro le condizioni materiali delle persone ,possiamo tollerare che la maggioranza dei lavoratori dipendenti ,o non vota o votano partiti lontani agli ideali di solidarieta’ sociale rappresentati dal sindacato?Prima o poi questa contraddizione esplode.Dobbiamo tornare ad orientareil mondo del lavoro e il migliore dei modi e’ riaprire il conflitto sociale oggi tutto interno alla classe operaia.Le proposte rivendicative nazionali ci sono e sono chiare,come le facciamo vivere nel territorio?Ne dico solo una a mo di esempio:la CGIL si batte per una contrattazione inclusiva ,tra lavoratori che hanno contratti nazionali diversi ma lavorano nello stesso sito produttivo,quanti accordi sono stati fatti in Umbria?Bisogna passare dai proclami alla pratica.la contrattazione decentrata o aziendale ci consegna uno scenario riportato dall’agenzia delle entrate che con la tassazione separata e’ ben riconoscibile nelle denunce dei redditi e ci dice che il dato e’ sconcertante la parte economica distribuita ai lavoratori nell’ultimo anno e’ fra le peggiori d’Italia ,chiaro che facciamo troppi pochi accordi aziendali.Ecco va aperta una questione salariale ,non e’ sufficiente dire che i salari in Umbria sono molto al disotto della media nazionali,noi siamo un sindacato e non un “centro studi”noi dobbiamo tornare ad essere un soggetto di treasformazione sociale a partire dal colmare le disugualianze.In sostanza penso che il sindacato e in particolare la cgil dell’umbria debba tornare alla coerenza tra cio’ che dice e cio’ che fa’,perche’ altrimenti senza la coerente pratica nei luoghi di lavoro e nella societa’ ,rischiamo l’autoreferenzialita’,e non possiamo permettercelo.Viviamo in tempi drammatici ,per la situazione internazionale,non possiamo non avere una adeguata attenzione e mobilitazione sul tema della pace con le situazioni di escalescion soprattutto al dramma Palestinese e a tutto il medio oriente,faccio notare che la cgil di Perugia non ha promosso una iniziativa ,grave la non necessaria attenzione come altri temi dall’immigrazione al lavoro nero al caporalato.Le sfide sono drammatiche e dobbiamo cambiare passo ,ma serve prima di tutto la coesione di un gruppo dirigente ,che oggi non c’e’.Dal congresso e con il congresso era stato dato un mandato al nuovo gruppo dirigente di lavorare per unire e ricomporre le fratture,riconoscendo il pluralismo come ricchezza e le differenze come una risorsa,ad oggi tutto cio’ non e’ avvenuto . Si continua a chiedere atti di responsabilita’ per evitare il peggio ,ma siamo arrivati al punto che non e’ piu’ possibile omettere questa inderogabile necessita’:ritrovare l’unita’ dell’organizzazione . L’area di “lavoro e societa’” sinistra sindacale e’ convintamente in maggioranza ,ma viene trattata come un fastidio e peggio ancora come una minoranza,Una CGIL plurale e unita che superi gli interessi particolari e costruisca un forte senso di appartenenza che in questi anni e’ andato calando .Il prossimo 4 ottobre alle ore 15,30 in cgil a Perugia svolgeremo un’assemblea di chi si riconosce in “LAVORO E SOCIETA’”ma soprattutto a chi non rinuncia a dire le cose che non vanno perche’ vogliamo una cgil migliore per affrontare le sfide,e le ingiustizie sociali.

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