È molto interessante quanto sta accadendo in vista delle prossime elezioni regionali. In particolare nel Campo Progressista. Uso questo termine volutamente poiché - a mio giudizio - il termine centro sinistra (con trattino o senza trattino), non ha più alcun senso. 
Calenda e Renzi, questa la mia opinione, non hanno nulla a che fare con la “nostra parte”, sono parte organica del centro destra. 

Lombardia: Calenda propone la Moratti, dopo qualche tentennamento, il Pd si dissocia dalla proposta. È un fatto positivo. Questa scelta apre la strada ad una candidatura - quella di Majorino - apprezzata sia dalla Sinistra che dal M5S. Intendiamoci, i problemi non mancano, in particolare sulle scelte relative alla sanità, ma il Campo Progressista è in campo,  la partita è aperta, si può vincere. Il M5S, la Sinistra, potranno avere un ruolo importante nelle scelte della regione più importante d’Italia. 

Lazio: Calenda propone Alessio D’Amato, il Pd, a tambur battente, si riunisce e appoggia la candidatura.  Dopo aver deciso tutto ciò Pd e Calenda si rivolgono al M5S dicendo: dovete accettare, altrimenti vince la destra. Inaccettabile. Gli accordi si costruiscono, soprattutto con una forza politica come il M5S che nel Lazio vale il 15%. Il risultato è che, a differenza della Lombardia il Campo Progressista, per responsabilità del Pd, non è in campo e la partita è persa in partenza. Esattamente come per le elezioni politiche del 25 settembre.

A questo punto si aprono altri due brevi ragionamenti.

Il Pd: vedremo come andranno le primarie. La mia previsione è che le vincerà Bonaccini, ma non cambierà nulla rispetto a Letta. Il Pd, al di là delle primarie, non ha ancora preso atto che le elezioni del 25 settembre hanno chiarito una cosa: Il Pd non è più il perno della coalizione di centro sinistra, ma un partito con un consenso analogo al M5S, che deve decidere se costruire il Campo Progressita con Conte  o se andare con Renzi e Calenda. Se non sceglie, il declino sarà irreversibile. 

La Sinistra: molto interessante quanto sta accadendo. In Lombardia tutto facile. C’è il Campo Progressista e l’Alleanza Verdi Sinistra  Italiana è giustamente della partita. Ma in Lazio “casca l’asino”. In Lazio la Alleanza Verdi e Sinistra Italiana si trova nella stessa situazione delle elezioni politiche del 25 settembre. Praticamente di fronte a un ricatto dei Verdi nei confronti di Sinistra Italiana. Disse Bonelli: se non partecipate alla coalizione con Calenda, Letta, Di Maio, Bonino, noi rompiamo la lista. Sinistra Italiana (a mio parere sbagliando), accettò il ricatto. La stessa cosa è successa oggi per le regionali del Lazio. I Verdi, senza tenere in minima considerazione la discussione di Sinistra Italiana del Lazio, unanimemente contraria a sostenere la coalizione Pd/Calenda, hanno deciso di sostenere D’Amato, rompendo la lista. 
Morale della favola: in Lazio la lista Alleanza Verdi Sinistra si è spaccata come una mela: Verdi con il Pd, Sinistra Italiana (assieme 2050 e fuoriusciti di Art. 1) con  M5S

Postilla1 : siccome è stato detto che la Lista Alleanza Verdi Sinistra Italiana non è una mera lista elettorale, ma un progetto politico strategico, un chiarimento è d’obbligo: per esistere questa lista può solo essere alleata col Pd o può avere una sua autonomia? Visto quanto accaduto il 25 settembre e in Lazio il chiarimento è necessario.

Aggiungo: il simbolo che i Verdi presentano in Lazio! Praticamente uguale a quello di Alleanza Verdi Sinistra presentato alle politiche (vedi foto). Tutto ciò  configura la lista dei Verdi come una LISTA TRUFFA e sarebbe doveroso che il gruppo dirigente di Sinistra Italiana facesse i passi necessari per impedirlo tutelando  la lista che Sinistra Italiana presenterà assieme ad altri a sostegno della candidata Bianchi per le elezioni  del Lazio.

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