Biotecnologie - Oltre gli Ogm, anche in Italia è possibile
PERUGIA - Mario Capanna, Presidente della Fondazione Diritti Genetici, in un articolo su Il Manifesto ci parla di OGM. Il Parlamento europeo è stato riunito per consentire ad ogni singolo Paese dell’Unione di rifiutarsi di coltivare sul proprio suolo pinte transgeniche.
Pochi mesi fa tutti i presidenti delle Regioni italiani si sono espressi contro gli Organismi geneticamente modificati chiedendo l’introduzione di una clausola di salvaguardia che ne impedisse la coltivazione nel nostro Pese.
Ma il contesto cambia e si rinnova. La prova è stata data dl neo Ministro delle politiche agricole Saverio Romano che ha organizzato un workshop dal titolo “Genomica e biotecnologie applicate all’agricoltura: quali prospettive?” da cui è emersa una presa di posizione molto chiara: no agli OGM, si alla ricerca.
Il ministro ha ricordato che se l’Italia scegliesse la strada degli OGM, ricorda Capanna, si uniformerebbe alle scelte degli altri Paesi, ma l’obiettivo è quello di distinguersi, indirizzarsi verso l’eccellenza e sostenere in Made in Italy. Dire no agli OGM non significa sbattere una porta in faccia alla ricerca. Perché il mondo delle biotecnologie, che porterebbero numerosi miglioramenti, non si esaurisce certo nell’ingegneria genetica.
Ad esempio tecniche come la MAS (selezione assistita da marcatori) – spiega Mario Capanna – selezione genetica e altro ancora consentono di utilizzare l’agro-biodiversità per trasmettere le naturali predisposizioni di alcune varietà a quelle di interesse commerciale che appartengono alla stessa specie o a specie sessualmente compatibili.
La MAS esiste da trent’anni e l’Italia è all’avanguardia nel settore, come hanno riconosciuto gli stessi scienziati riuniti ieri al Ministero. Perché allora non svilupparla quale alternativa agli OGM?
Nelle parole di Capanna si legge la necessita di arrivare ad un punto di scelta. Una grande maggioranza trasversale attiva nel Paese, in tutte le Regioni e in Parlamento non vuole gli OGM, ma è pronta ad accettare l’applicazione delle più avanzate tecnologie di genetica, biologia molecolare e bioinformatica per la selezione di varietà migliorate.
Abbiamo di fronte la possibilità di una svolta, conclude Capanna, si tratta di imboccarla con prontezza. Anche a questo è finalizzato il progetto della Fondazione Diritti Genetici “GenEticaMente”, destinato a fare di Roma la capitale euro-mediterranea della ricerca scientifica partecipata, una ricerca capace di ricoesione sociale e democratica.
Armando Allegretti
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