Di Ciuenlai - La scissione 5 stelle ha provocato una cifra di reazioni, di interpretazioni, di retroscena tra i protagonisti che rendono chiaro come il livello di crisi della Repubblica sia al massimo storico. Di più, la vicenda italiana dimostra a che punto è arrivata la trasformazione, in senso prettamente formale, della ex democrazia occidentale.

La fotografia emersa dalle elezioni del 2018 è stata letteralmente stravolta, a dimostrazione che votare, come ha ormai capito la metà del corpo elettorale italiano (ma anche francese) è praticamente un esercizio inutile o quasi. I Governi e i Parlamenti sono ormai specchietti per le allodole , fanno parte della tappezzeria istituzionale. Politiche , strategie e decisioni appartengono ormai ad una oligarchia finanziaria, che, a differenza di quella russa, si è concessa il dono dell’invisibilità e che governa in nome del dio consumo.

Ormai l’autocrazia è il solo o il prevalente metodo di governo, anche se viene praticato in maniere diverse. La nostra parla attraverso i suoi “impiegati”  :  la venditrice  di armi Ursula Van Der Lyen, i “bancari” Cristine Lagarde , Draghi e Macron , l’economista del FMI Kristalina Georgeva, il capo OCSE  il reazionario Mathias Corman e, dulcis in fundo, quel guerrafondaio del Presidente del  CONSIGLIO EU  Charles Michel . Gente che ha sotto di se tanti funzionari di seconda fascia, come era il nostro Calenda per intenderci, pronti ad entrare in azione quando serve. I loro programmi politici sono tutti uguali : innalzare l'età pensionabile, congelare i salari, ridurre i finanziamenti per le istituzioni pubbliche, i programmi sanitari e la sicurezza sociale, cassare gli aiuti allo sviluppo,praticare l’austerità come ideologia, abolire l'imposta sul reddito delle persone fisiche  e infine sostenere la guerra, questa guerra, “fino all’ultimo ucraino”,  più che per sconfiggere l’aggressione russa per indebolire Putin e l’oligarchia concorrente. Programmi che impongono a tutto il mondo occidentale e chi sgarra fa la fine della Grecia.  Sono questi i gestori autorizzati del pensiero unico liberista. Il resto è recitazione allo stato puro.

I dati italiani sono impressionanti . Il partito più votato, il Movimento 5 stelle è ridotto ormai a poco più della metà dei seggi assegnategli nel 2018. Il Pd, la forza considerata più stabile e attrezzata ha perso 30 parlamentari che sono quasi il 20% del  totale di partenza. Ogni formazione ha avuto movimenti in più o in meno.  I gruppi misti rappresentano un sesto del Parlamento e cosa ancora più grave a Montecitorio e Palazzo Madama siedono  15 formazioni politiche che non erano presenti alle elezioni nel 2018. Questi gruppi, assieme ai deputati e senatori non iscritti a nessuna componente ,rappresenta la bellezza di un deputato su tre.

E’ quindi facilmente comprensibile che il motore di questa massa coadiuvata da parecchi sostenitori dentro i partiti tradizionali , a conferma della pochezza di questa sedicente classe dirigente, sia stato quell’esodo biblico finalizzato alla riconferma.  Sono andanti là “dove li porta il seggio”, buttando nella spazzatura culture di riferimento,  ideali, valori, principi e quanto fa politica, accettando quel ruolo da comprimari a cui erano e sono  demandati.  Il problema quindi non è quello che farà Conte o Di Maio. Loro, in qualsiasi posizione si troveranno, continueranno, insieme agli altri, ad essere le comparse politiche di una democrazia ormai morta e sepolta.

Il nodo è strutturale, anzi sovrastrutturale e ha un nome e cognome ; si chiama Capitalismo finanziario. E l’unico cambiamento capace di riportare un po' di democrazia è abbattere il sistema autocratico, in qualsiasi modo esso si presenti.

 

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