di Roberto Musacchio.

Va in approvazione il nuovo regolamento del Senato voluto, sembra, da tutti. Devo dire che non lo condivido nella filosofia e nelle scelte concrete. Ancora l'idea della rapidità decisionale. Eppure abbiamo visto che il jobs act e la Fornero si sono approvati celermente e lo ius soli invece non si fa. Alcune cose riecheggiano il referendum sconfitto come la rinuncia alla consulenza del CNEL. Ma non solo. Il calendario diviene ancora più prerogativa della maggioranza venendo meno le sedute dedicate alle proposte delle opposizioni e dando celerità a quelle del governo. I provvedimenti verranno legiferati in commissione passando in aula solo per il voto finale. Discutibili anche le norme cosiddette contro i cambi di casacca perché nel limitare la formazione di gruppi modificano la libertà di mandato. Ripeto. Si continua a far credere che ci sia un problema di semplificazione quando invece il problema sono le scelte imposte e il non ascolto del Paese. Se si aggiunge che il bilancio e moltissime norme vengono dettate da Bruxelles (e non certo dal Parlamento Europeo) il quadro diviene sconfortante per la democrazia.

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