Le città per avere nuove possibilità per rigenerarsi hanno bisogno degli alberi che, attraverso la loro funzione di filtri naturali dell'aria, assorbono l’anidride carbonica e le tante emissioni inquinanti prodotte dall'uomo. Ogni albero, infatti, in un anno può assorbire mediamente fino a 20 Kg di CO2. La forestazione urbana, tra l’altro, è utile anche per mitigare gli effetti delle alte temperature estive sulle persone e per riqualificare, rendendole nuovamente fruibili, aree abbandonate.
Inoltre, le aree dedicate al verde garantiscono, nei periodi più caldi, una flessione della temperatura dell’aria fino a 8°C, tale da far ridurre il ricorso dei climatizzatori, e di migliorare le condizioni di vita delle fasce più deboli.
Il verde urbano, pur rappresentando un elemento di contrasto efficace per i cambiamenti climatici, in Italia rappresenta solo il 7,9% della superficie. In alcuni casi sono luoghi che hanno bisogno di manutenzione e cura frequente e ben pianificata. Purtroppo sempre più spesso, come è avvenuto anche a Perugia nei giorni scorsi, questo patrimonio utilissimo viene spazzato via dalle motoseghe.
La legge n. 10 del 2013 inerente ‘Nuove norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani' prevede che i Comuni dovrebbero costituire un catasto del verde urbano, con lo scopo della tutela degli alberi monumentali e le vie alberate urbane. Uno strumento, perciò, che se applicato in maniera appropriata consente di valorizzare e tutelare il patrimonio arboreo e di mettere in campo azioni concrete per ridurre le emissioni e prevenire il dissesto del suolo.
È necessario, pertanto, (ri)pensare gli alberi come uno degli elementi cardine per garantire il benessere fisico, sociale e mentale della popolazione urbana. Il verde pubblico rappresenta un sfida vincente per le città che vogliono rigenerarsi in un’ottica di sostenibilità e miglioramento della qualità della vita.

Fosco Taccini

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