di Alfonso Gianni

Ieri mattina Paolo Pietrangeli ci ha lasciato. Ha cantato e fatto cantare le parole del'68 e delle lotte operaie, le stagioni della rivolta, dell'emancipazione, dell'egemonia culturale che nascevano dalle classi e dai ceti che reclamavano un'altra società e un altro mondo. Ha messo in musica e in immagini il pensiero di un intellettuale organico alla parte della società cui aveva deciso di appartenere. Aveva unito e cantato la ragione e il sentimento, la rabbia e la dolcezza, il conflitto e l'amore. E' stato la colonna sonora della parte migliore della nostra vita. Ha attraversato con dignità e leggerezza i periodi più tristi. Ed ora abita e anima il nostro ricordo. Ti abbiamo amato e continueremo a farlo. Per questo è un ciao, per sempre.

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