“DRAGHIN” RENZI; IL RITORNO
Di Ciuenlai - Giorni fa è uscito un articolo del Manifesto che disegnava uno scenario che presagiva la venuta di Salvini e Meloni a Palazzo Chigi “perché metà degli italiani votano a destra”. Ma è una giusta lettura? Io penso che si continui a pensare ad un’Italia bipolare che non esiste più. Credo che ci sia più di un indizio per sospettare che le prossime elezioni saranno regolate da una legge proporzionale pura. Non è un caso che Lega e Fdi siano i più contrari a questa ipotesi.
Lo dico perché il percorso di alcuni personaggi e le tendenze prospettate nei sondaggi portano, anche (e io dico soprattutto) ad un altro tipo di soluzione. Si potrebbe insomma riprodurre la situazione di 5 anni fa, ma con altri interpreti e altre finalità. L’elezione del Presidente della Repubblica chiarirà molte cose. Domanda; ma come mai uno come Renzi ha accettato di frequentare casa Draghi per diventare il principale ariete di sconnessione del Governo Conte, senza , fino ad ora, ottenere che briciole in cambio?
Probabilmente perchè il “bonifico politico” potrebbe avvenire tra qualche anno. La posizione di Italia Viva (ma anche quella di Calenda e della Bonino) sembra essere distante da qualsiasi ipotesi di apparentamento con i due principali raggruppamenti elettorali. Un po' perché può offrire poco, ma soprattutto perché il disegno a quale è stata chiamata a partecipare potrebbe essere un altro e, sulla carta, molto vantaggioso; non adesso ma nel tempo. Se esaminiamo le tendenze dei sondaggi (io ne ho preso uno a caso quello di SWG di Mentana) noterete che oltre alle principali forze politiche c’è un nuvolo di partitini e siglette, molte delle quali non stanno nè con Salvini nè col Pd. Se facciamo un calcolo diverso da quelli consueti, vedremo che la destra vera (Lega e Fdi) ela coalizione PD (Democratici, M5s, Leu, Art1 e verdi) sono sul 40%.
Ma poi c’è un gruppo in sintonia politica (non proprio personale) formato da diverse sigle (Azione, IV, +EU, i Tosi ecc.) che potrebbe ottenere anche l’appoggio di tutta o di una parte considerevole di Forza Italia. Un gruppo che viaggia comodamente tra il 10 e il 15%. E sarebbe l’ago della bilancia creando le condizioni ideali per la riproposizione di un altro Governo alla Draghi. E, a proposito di Draghi, che succederebbe “se domani, mettiamo il caso” all’improvviso il Presidente del Consiglio sposasse e desse il suo endorsement al progetto? Non se ne parla, ma in alcuni ambienti romani lo si da già per fatto.
E c’è già qualche segnale. Un antipasto di questa situazione si sta già vedendo nelle situazioni in corso nei vari comuni che in autunno vanno al voto. A Roma si sa già che Calenda corre da solo. In altri grandi capoluoghi di provincia si ha notizie di diverse “bizze” di Italia Viva a partecipare alle coalizioni del PD. A Roma IV appoggia Calenda che si è chiamato fuori anche a Milano dove i renziani sono in sobbuglio. A Napoli hanno disertato il tavolo della coalizione a Torino invece tutti con Lorusso perchè considerato uno di cultura renziana e lontano dalla sinistra e, soprattutto, dai 5 stelle, come a Bologna dove alle primarie Renzi ha una sua creatura, Isabella Conti. A Cosenza è stato il Pd a buttarli fuori dalla coalizione, a Benevento hanno prima firmato l’adesione al centrosinistra per poi ritirarla il giorno dopo, a Ravenna hanno come capolista una ex possibile candidata a Sindaco del centrodestra, a Savona sia Calenda che IV stanno ragionando con Toti e il centrodestra, a Varese i renziani si sono messi in mezzo uscendo dal centrosinistra, a Isernia vogliono lanciare il terzo polo di cui ho parlato, Azione è fuori a Novara e a Grosseto Calenda, Renzi e Psi hanno un loro candidato. Insomma prove di distacco crescono.
L’ho fatta lunga, proprio per dimostrare che la scelta di formare un terzo polo “Riformista e moderato” (in realtà il partito conservatore con ambizioni maggioritarie), ago della bilancia dei Governi e della politica del nostro paese, non è campata per aria. Anzi, approfittando delle comunali, verrà messo alla prova in tutta Italia. Non al primo turno quando probabilmente otterrà basse percentuali, ma al secondo quando si decideranno gli apparentamenti per il ballottaggio. Ma al di là dei risultati delle amministrativelo scopo è quello di dare corpo ad una parola d’ordine chiara e leggibilissima ; sparigliare le carte , cerando di creare le massime difficoltà possibili ai due poli storici. Dovremo quindi cominciare a ragionare in un’altra maniera quando osserviamo le tendenza elettorali.
Se l ‘impresa riesce Renzi e i suoi compari tornerebbero a recitare un ruolo di primo piano, Soprattutto il fiorentino che, a quel punto, potrebbe passare all’incasso delle strategie politiche che, voci maligne , dicono essere state discusse e concordate negli incontri a casa Draghi. Potrà così contare su una rappresentanza molto superiore ai 4 voti che ha, perché potrà fare conto, sul piano politico, oltre alla sua quota, di diversi guastatori nel Pd e nel centrodestra ( parlo di Base Riformista e, forse, dei Giovani Turchi e di personaggi di Forza Italia e , persino, della Lega.) .
E allora lo ritroveremmo insieme alla Boschi nel prossimo esecutivo con un ruolo di primo, che dico, di primissimo piano. Il ragazzo non se ne intende di Governo, di Bene Comune e nemmeno di Politica con la P maiuscola, ma su come galleggiare nelle stanze del potere, non c’è che dire, ha avuti gli insegnanti e la scuola giusta.
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