di Antonio Torrelli -

PERUGIA - Una discussione di ampio respiro su un tema delicato come quello della violenza sulle donne e sui minori. Da qui parte la scommessa di Rifondazione comunista, che, dopo il dibattito odierno sulla nuova proposta di legge, ora vuole aprire il confronto tra società e istituzioni.

Con l’incontro di oggi, moderato dal giornalista Alessandro Antonini, il gruppo regionale del Prc ha chiamato in casusa tutti i livelli istituzionali della nostra regione, presenti al completo nella sala consiliare del Palazzo della Provincia di Perugia. Oltre alla Presidente Marini, c’erano anche gli assessori provinciali alle pari opportunità di Perugia e Terni, ascoltati da spettatori di rilievo come il sindaco di Gubbio, Maria Cristina Ercoli, e l’assessore comunale alle pari opportunità di Perugia, Lorena Pesaresi.

Al centro della dicussione i dati preoccupanti lanciati dalla Questura e dalla Squadra mobile, che, oltre a tracciare un quadro preoccupante fatto di violenze e aggressioni quotidiane nei confronti di donne indifese, parla di un risicato 6,2 per cento attribuibile ad azioni commesse da da parte di individui sconosciuti alla vittima. In parole povere, la stragrande maggioranza degli attacchi alle donne avviene in casa per opera di partner o ex partner.

Per questo la proposta di legge si pone l’obiettivo quello di “riuscire a costruire un sistema di collaborazione tra soggetti sociali ed istituzionali della società umbra, supportati dalla diffusione di ‘centri antiviolenza’ e ‘case rifugio’ quali servizi essenziali per la tutela della donna e del minore colpiti”.

Ad affermarlo è stato il capogruppo regionale del Prc-Fds Damiano Stufara, che ha sottolineato la necessità di “fare presto, bene e insieme, affinchè tutti i risultati ottenuti dal progetto ‘Mai più violenze’ e il messaggio lanciato dalla grande mobilitazione femminile del 13 febbraio scorso, vengano definitivamente inseriti in una legge quadro regionale”.

Da Ornella Bellini, invece, l’appello alla “trasversalità” della proposta, “perché -ha aggiunto l’assessore provinciale alle pari opportunità- la violenza non ha colore politico, non possiede età e nemmeno una precisa estrazione sociale, la violenza sulle donne e i minori rappresenta oggi un muro da abbattere soprattutto dal punto di vista culturale”. A farle eco l’assessore provinciale di Terni, Stefania Cherubini, che con forza ha ribadito la necessità di “porre attenzione e forza al problema e affermare definitivamente il concetto di parità tra uomo e donne nel sociale, nel lavoro e nell’economia”.

Nei suoi 16 articoli, il ddl intitolato “Norme in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere e misure a sostegno delle donne e dei minori vittime di violenza”, parla anche di inserimento lavorativo delle donne vittime di di aggressioni, della creazione di un Forum permanente (quale sede di dialogo tra società e istituzioni) e, non meno importanti, dei contributi regionali con interventi previsti grazie alla realizzazione di un “Fondo regionale per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere”.

“I finanziamenti destinati ai servizi come i centri antiviolenza e le case rifugio -ha spiegato la Presidente Marini- è un tema molto importante che va a colpire in maniera non indifferente l’obiettivo più grande e generale delle pari opportunità. Per questo -ha aggiunto la Presidente- è necessaria una legge quadro come quella proposta dal gruppo regionale del Prc, un contenitore dove l’spetto centrale è e rimane quello dello sviluppo di una rete di servizi e di collaborazione su scala regionale, pronto a vincere la lotta agli stereotipi che troppo spesso scardinano la dignità della donna”.

Nel corso del dibattito, oltre all’intervento del vicepresidente del Cnsiglio Regionale, Orfeo Goracci, hanno preso parte anche la Responsabile Anci Umbria per le pari opportunità, Rita Zampolini, e la Presidente del Centro pari opportunità della Regione Umbria, Daniela Albanesi.

 

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