Vinti (Prc): "L'Udc con noi? Non è una strada da percorrere, piuttosto sinistra unita"

Da una parte il bordeggio con l'Udc di un'ampia fetta dei Democrat, dall'altra la necessità di trovare uno spazio diverso alla sinistra che non sia il pollaio del tutti contro tutti.

Rifondazione Comunista esce allo scoperto, strizza l'occhio a quella fetta di Cgil che non lascia sola la Fiom e apre il confronto dentro alla coalizione di centrosinistra e non solo. Si muove Stefano Vinti, segretario regionale, ma anche assessore nella Giunta Marini. Vinti è chiaro, dopo la sortita del fresco segretario provinciale del Pd perugino, Dante Andrea Rossi:

<<Per Rifondazione il sistema delle alleanze è quello che governa la Regione e le Province di Perugia e Terni, se qualcuno vuole cambiarle deve darne i motivi. Per noi, piuttosto, con tutto il rispetto per l'Udc, ci vuole più sinistra. Ricordo che l'Udc dice che la storia della sinistra umbra è da buttare. E' vero, i centristi sono una forza di opposizione nazionale, ma molto diversa da quelle che governano l'Umbria. E' inutile girarci intorno, siamo incompatibili con l'Udc e sono, onestamente, sorpreso e molto preoccupato che queste cose escano fuori in maniera così estemporanea. Temo posti così creano solo danni>>.

Tackle tostissimo sul sorridente segretario Democrat e avviso ai naviganti.

Vinti: "Fermiamo la deriva centrista del Pd"

Il ragionamento si amplia. Il segretario rosso decide di uscire dal minuetto delle tante sinistre: «Serve subito un coordinamento tra le sinistre dell’Umbria.Tutti insieme siamo un’area da 20 per cento, serve uno sforzo comune su alcuni punti comuni. Assumere il dato della crisi sociale dell’Umbria come questione prioritaria. Si devono incrociare la questione sociale e quella salariale, se non troviamo un ruolo inquestofontec’èilrischioche
lasinistrasidissolva».

Messaggio per Idv, Pdci, Sel e Sinistra Critica. Ancora Vinti: «Va anche posta laquestione ambientale, ma non solo come equilibrioesalvaguardia,mavamesso a valore il capitale ambiente che non può essere parte del profitto. I rifiuti? Innanzitutto arrivano al 65% di raccolta differenziata e creiamo il ciclo del riuso (ecco la green economy che in Germania ha creato 140mila posti di lavoro). Con l’inceneritore, invece, non si va da nessuna parte. Una sinistra moderna - dice ancora il segretario del Prc - si pone nell’ottica che la pubblicizzazione dei beni non basta più,serve una gestionedal basso delle risorse, penso all’acqua. Ma lo stesso ragionamento va fatto sulla cultura dove c’è un pericoloso processo di selezione di classe anche per andare all’università. Ricordiamoci che le giovani generazioni umbre pensano a lasciare la regione perché qui non ci sono occasioni. Questi temi e questi problemi non si possono affrontare ognuno e con il proprio leaderino. È necessario pensare a un piano regionale di sviluppo che corregga il modello basato sulla precarietà dilagante».

Piedi nel piatto con gli altri della sinistra, ostilità al modello Marchionne («In Umbria almeno 2mila lavoratori sono interessati a quei processi») e indicazione per un cambio di marcia pesante.

Vinti dixit: «Sta cambiando la costituzione materiale, il fare sindacato diventa corporativo. Di fronte a questo o la sinistra è nella dinamica sociale e politica o è destinata alla marginalità, dobbiamo pesare sui processi anche per fermare il processo neocentrista del Pd, ecco per ché va guardato alla Fiom, al movimento degli studenti, alle associazioni del volontariato. Serve una connessione sentimentale con la nostra gente che non abbiamo più».

Ecco perché il Prc chiede un coordinamento tra le sinistre umbre. Da Vinti arriva anche una pagella a miss Catiuscia Marini: «È stata molto brava a gestire i taglidelgoverno, apprezzo l’essere in lunghezza d’onda con la classe dirigente dei quarantenni e i suoi ragionamenti sulla green economy che significano cambiare modello di sviluppo. Però dico anche che non è aiutata dalle forze della coalizione: la responsabilità è del
Pd che non costruisce un sistema di alleanze che abbia un’efficacia politica e culturale. I santi nello Statuto? Non mi sembra una priorità».

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