Noi con Antonio Di Pietro non siamo mai stati troppo teneri. Uno che vota il six pack in Europa e piange per l'austerity in ITalia è una contraddizione vivente. Oggi però ci sentiamo in dovere d'intervenire per difenderlo, almeno fino a quando non cambierà linea. La goccia che ha fatto traboccare il nostro vaso sono state le dichiarazioni di Deborah Serracchiani che in preda ad una botta di maccartismo non ha trovato di meglio che dire a Tonino che «invece di fare la faccia feroce provi a rendersi utile al Paese».

Per tutto il giorno da Bersani a Damiano le minacce sono state belle pesanti, addirittura Vendola inaspettatamente ha bacchettato il povero Tonino. Nessuno ha il diritto di stracciare la foto di Vasto ha detto il leader di SEL, «nessuno ha chiesto a Di Pietro di perdere autonomia ma di non farlo a spese di altri» ha chiosato il presidente della Regione Puglia. La colpa di Antonio di Pietro è stata quella di aver detto la verità, ovvero che il Governo Monti è un Governo delle banche, che sta con i finanzieri e non con gli italiani. L'unico ad esprimere solidarietà a Di Pietro è stato Paolo Ferrero.

Fonte: controlacrisi.org

Condividi