Di Francesco Piobbichi

Non siamo spariti, non siamo stati cancellati, non siamo residuali ed i sondaggi si sono rivelati per quello che sono, in larga misura, utili strumenti di “orientamento attivo dell'elettorato passivo”. Dal punto di vista tecnico si potrebbe dire che i sondaggi non sono in grado di cogliere le tendenze per le piccole formazioni ed il loro reale peso nella società, dal punto di vista politico possiamo dire invece che chi ha più “legami” con le industrie di orientamento del voto di opinione difficilmente viene posizionato al ribasso, facendo rimettere qualche punto alle ali del sistema politico. Qualcuno ha azzardato un'ipotesi leggendo questi dati, e cioè che uno dei fattori che hanno determinato un 4% alle provinciali ( da sempre viste come voto politico dato che non hanno il fattore distorsivo delle preferenze) sarebbe il nostro radicamento sociale, un fattore che ci ha permesso di rompere l'oscuramento e ricostruire un elemento simbolico di primaria importanza. In poche parole lo scarto tra opinione pubblica diffusa e realtà di voto sarebbe dato dalla nostra capacità di essere radicati oltre ad aver avuto una linea politica adeguata.

Consapevole del fatto che parlo di un fattore singolo, il radicamento, che da solo non è di per se sufficiente a spiegare fino in fondo il risultato elettorale, provo ad analizzare qualche dato che mette insieme risultato elettorale e pratiche sociali. Utilizzo per questo, lo strumento dei GAP ( gruppi acquisto popolare) per capire dove le pratiche del modello del partito sociale riescono a produrre avanzamenti e se esiste una corrispondenza tra queste ed il voto. Prendo come riferimento le pratiche dei GAP dove questi lavorano in maniera sistematica e coerente da almeno 6 mesi rispetto al proprio seggio di appartenenza. A Viareggio, dove i giovani comunisti hanno lo spaccio popolare al quartiere Verignano il dato è estremamente positivo, 13% circa. A Codogno in Lombardia dove opera il famigerato GAP della Federazone di Lodi, che nel giro di due anni ha fatto circa 4 mila iscritti prendiamo 3 consiglieri comunali eletti, di cui il primo è il maggior votato nella lista del centro sinistra nel Comune.

Bene anche ad Arezzo dove il GAP dei magazzini popolari svolge da due anni presenza di reinsediamento sociale ed il partito arriva quasi al 4% ed avanza rispetto alle regionali, bene anche a Savona dove la battaglia del pane ad un euro al KG ha permesso di qualificare la nostra presenza politica in termini concreti dentro il morso della crisi dando al partito una visibilità sia sul terreno del carovita e della lotta contro la speculazione. Se questo avviene nei centri delle piccole e medie città altrettanto sembrerebbe avvenire nelle metropoli. A Milano, nei quartieri dove i GAP lavorano in maniera sistemica, cresciamo in maniera consistente nei due seggi dove questi operano, passando da uno a due consiglieri nel primo e da uno a tre nel secondo. Anche nel dato estremamente negativo di Bologna si nota che dove esistono i GAP il voto è maggiore che negli altri seggi. Sembrerebbe pertanto, guardando questi elementi che ci sia una corrispondenza, tra l'altro registrata anche nelle precedenti elezioni tra le pratiche di radicamento sociale e tendenza elettorale.

Se questo elemento può indurre il nostro partito a lavorare in questa direzione “ per i voti” è altrettanto vero che non è questo lo scopo unico del modello del partito sociale, anche questo è uno dei più importanti. Penso infatti che i nostri militanti non facciano queste pratiche solo per i voti del nostro partito, non solo perchè queste sono funzionali ad un progetto politico per e con le classi popolari, ma anche perchè queste pratiche dimostrano una utilità concreta per dare risposte comprensibili al popolo della crisi. Con i GAP si risparmia davvero e si accede a cibo di qualità. Scrivo queste righe semplicemente per dire che dobbiamo essere soddisfatti di quello che sta divenendo questo partito, delle pratiche che è riuscito a mettere in atto come del lavoro fatto fino ad ora. Stiamo diventando utili, radicati, popolari. Il Partito Sociale non è però solo questo, non è semplicemente lavoro di socializzazione delle pratiche che riguarda il nostro interno, ma è anche lavoro di tessitura e costruzione.

Utilizza le pratiche sociali sia per costruire relazioni tra singolarità insufficienti e contribuisce a creare nuove istituzioni di movimento autonome da noi, che hanno però un chiaro orientamento radicale ed anticapitalista. Istituzioni che si muovono in senso federato che con noi praticano obbiettivi comuni, com'è del resto il percorso della R@P che è si distinto dal Prc ma non ne è distante nelle pratiche comuni. Non proviamo quindi semplicemente a incidere nel terreno della crisi del partito ma nel terreno vivo della crisi delle forme di azione collettiva nel contesto della crisi. Non c'è un dato strutturato in questo, non c'è una norma di uno statuto, ma la capacità di misurarsi nel processo in itinere. Il tutto è frutto di una ostinazione nel lavoro di nuovi militanti sociali che si misurano nella tensione tra cambio di pelle del partito politico nella simbiosi con il lavoro di politicizzazione del sociale.

Se è vero che il predominio della comunicazione verticale funziona nel centro di produzione di orientamento del voto di opinione, all'interno del quale non nego dobbiamo saper entrare con intelligenza, esso non incide sui processi reali di formazione delle identità politiche. Per dirla più semplicemente il partito sociale è un modello organizzativo che può riattivare l'azione collettiva nella dimensione popolare verso forme di autorganizzazione, ponendo per il futuro una riflessione ulteriore sul nodo della rappresentanza tra questo mondo e il partito politico. Proprio perchè mi sta a cuore l'organizzazione collettiva che chiamiamo partito che pongo una critica politica al suo funzionamento, proprio perchè ritengo che in realtà ci sia la necessità di rispondere al grillismo sul terreno politico che sia preminente la nostra dimensione sociale per ricostruire la nostra internità al popolo della crisi. Il nostro essere differenti a partire dalla militanza di ogni nostro singolo compagno, questa è la forza dei comunisti.

Mentre il partito leggero o mediatico, leader dipendente dura il tempo di una campagna pubblicitaria, perchè vende un prodotto ed è quindi costretto a reinventare sempre nuove forme di marketing politico che non possono essere ancorate a processi identitari o letture reali dei rapporti di forza (la mossa del cavallo ) il partito sociale può essere un processo che si sviluppa in una fase lunga alimentandosi della crisi stessa premiando il movimento dei “pedoni” che assumono ruoli direttivi nel suo sviluppo, determinando identità che si sviluppano a partire dalla materialità dei processi sociali. Sia chiaro, che l'identità di cui parlo non è un dato immutabile ma il frutto di un processo di relazione che si definisce nella capacità di identificazione del proprio avversario a seconda delle fasi storiche. Senza definire chi sono i soggetti contro cui ci muoviamo diventa complicato dire chi siamo noi. Ma questi mesi non siamo stati solo noi a resistere dentro i morsi della crisi, abbiamo anche capito cosa stava avvenendo in Italia ed in Europa e nel Mediterraneo.

Le rivolte contro l'austeerity, movimenti come gli indignados a differenza della stampa borghese che vorrebbe depoliticizzarli a seguaci dell'antipolitica hanno una piattaforma radicale ed anticapitalista che sembra essere scritta da noi. Hanno gli stessi avversari nostri sia a livello nazionale che europeo, e chiedono una profonda riforma organizzativa alle forze politiche e al sistema della rappresentanza. Noi questa riforma come piccolo partito l'abbiamo iniziata a compiere chiamando questo processo Partito Sociale, è un percorso fragile praticato ancora in parte e non in forma strutturata da un partito che ha una risorsa enorme rispetto agli altri, la militanza. Se fino ad ora abbiamo dimostrato che la sperimentazione di questo processo ha funzionato adesso si tratta di farlo in maniera collettiva e strutturata, una riflessione sul nostro modello organizzativo non è più rimandabile.

Partito sociale PRC

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