Nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1944, nell’altotevere umbro, in un casolare denominato località Penetola di Niccone, a 6 chilometri a nord-est di Umbertine, dodici persone vengono barbaramente uccise dai soldati appartenenti al 305° battaglione genieri dell’esercito tedesco, di stanza poco lontano.
Le dinamiche operative dell’eccidio sono oggi a nostra conoscenza, mentre permangono forti dubbi e perplessità sulle cause e sulle modalità della strage stessa, per molti aspetti atipica rispetto alle tante altre di cui l’esercito tedesco si è macchiato durante la ritirata verso la linea gotica dell’estate del 1944.
Nel raccontare esperienze particolari di alcuni individui a loro sconosciuti, spero di trasmettere ai miei figli e a quelli dei miei coetanei una conoscenza meno asettica e più consapevole delle fasi conclusive del secondo conflitto mondiale e delle positive trasformazioni sociali e democratiche della società italiana. Perché anche i più umili tra i cittadini italiani, uscendo dalla guerra e dalla dittatura fascista sostenuti dai valori della democrazia e della Costituzione repubblicana, hanno potuto superare lutti e ingiustizie, affrancarsi da pratiche sociali medievali e, in appena due generazioni, fornire a figli e nipoti tutte le opportunità che solo una società libera e democratica può offrire
 

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