Sindacalismo di base in fermento dopo la proclamazione dello sciopero di categoria da parte della Fiom per il 28 gennaio. L'Unione sindacale di base ha dichiarato anche lei uno sciopero di categoria, mentre i Cobas sono già per lo sciopero generale, sempre lo stesso giorno. Ancora, la Cub Scuola-Università-Ricerca, ha indetto una giornata di astensione dal lavoro con manifestazioni regionali sempre per venerdì 28 gennaio. Lo sciopero, oltre che per i problemi che riguardano i lavoratori del comparto, è un segnale di condivisione - ha spiegato il coordinatore nazionale Cosimo Scarinzi - «nei fatti e non a parole, di quanto chiesto con grande forza dal movimento degli studenti sviluppatosi negli ultimi mesi» ed «espressione della solidarietà ai lavoratori metalmeccanici colpiti dalla pretesa della Fiat di distruggere i diritti elementari dei lavoratori».

Più o meno le stesse argomentazioni dei Cobas che in un comunicato spiegano di aver risposto in questo modo «anche alle richieste di generalizzazione dello sciopero venute dal movimento degli studenti medi e universitari e da tante strutture del conflitto sociale, territoriale e ambientale». «Mettiamo in campo il 28 il più ampio fronte sociale - ha dichiarato il leader dei Cobas Piero Bernocchi - per battere l'arroganza padronale e governativa, smascherare la finta opposizione parlamentare e i sindacati collaborazionisti, per riconquistare i posti di lavoro, il reddito, le pensioni, le strutture sociali pubbliche, a partire da scuola, sanità, trasporti ed energia, i beni comuni (acqua in primis), i diritti politici, sociali e sindacali».

Parallelamente alla indizione da parte dei Cobas, a scendere in campo saranno anche un "cartello" di delegati delle sigle più varie (Usb, Cobas, Slai-Cobas e Cub) e di entrambi i settori, pubblico e privato, che hanno deciso la giornata del 28 gennaio per portare in piazza «le ragioni di chi viene colpito in prima persona e la solidarietà di chi vede, sente il pericolo che dopo toccherà ad altri». «Per respingere l'attacco in corso ai diritti e alle condizioni di lavoro non basterà la piena riuscita dello sciopero e delle manifestazioni del 28 gennaio (che potranno avere una conclusione che vada oltre la Fiom anche sulla base della estensione e partecipazione di altri settori nelle piazze) - si legge in un comunicato firmato singolarmente da un aventina di delegati - ma sicuramente il livello di generalizzazione dello sciopero, potrà essere il volano per successive iniziative. Rafforzando le ragioni di chi a Mirafiori e Pomigliano si oppone ai diktat di Marchionne e aprendo una fase nuova in cui i lavoratori e le lavoratrici tornino ad essere realmente protagonisti delle loro lotte».

Per la Usb, «dal punto di vista dei contenuti», le posizioni della Fiom nella vertenza Fiat sono in gran parte condivisibili. Pur non mancando di osservare che questo sindacato di categoria «è ormai isolato nell'ambito delle confederazioni "collaborazioniste" e "concertative"», giudica sacrosanto lo sciopero del 28 è uno sciopero. L'iniziativa, tuttavia, «non può essere scambiata per quell'azione generale che da mesi la Fiom, e non solo, richiedono alla Cgil». Insomma, se sciopero generale ha da essere, non può che situarsi lungo un percorso di maggiore confronto e coesione, «magari tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo», come dichiara a Liberazione uno dei due portavoce nazionali di Usb, Fabrizio Tommaselli.
«Le lotte che in questi mesi precari, lavoratori pubblici, operai, immigrati, licenziati, cassaintegrati, sfrattati hanno messo in campo - silegge nel comunicato di Usb - necessitano di un momento di sintesi generale e generalizzato che non può essere surrettiziamente agitato sovrapponendolo allo sciopero dei metalmeccanici».

L'Unione Sindacale di Base dà indicazione a tutte le sue strutture della categoria di aderire allo sciopero del 28 Gennaio «per impedire che la ‘dottrina Marchionne' passi e si estenda, auspicando al contempo l'apertura di un confronto immediato tra tutte le componenti del sindacato conflittuale per decidere un vero e proprio Sciopero Generale e Generalizzato, da collocare tra la fine di febbraio e la prima decade di marzo».

Fa. Seba.
 

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