PERUGIA - "E' l'ora delle iniziative unitarie per il Sì ai referendum, la Sinistra impari dai suoi elettori". Lo afferma Damiano Stufara, capogruppo di Prc-FdS a Palazzo Cesaroni che chiede alle forze politiche e sindacali del centro-sinistra di mobilitare ogni energia disponibile, e di farlo in modo unitario, per raggiungere l'obiettivo della vittoria nei referendum del 12 e 13 Giugno: un'Italia deberlusconizzata senza nucleare, dove l'acqua sia un bene comune e la giustizia uguale per tutti è oggi possibile.

Con chiaro riferimento ai risultati dei ballottaggi che a suo giudizio, “sanciscono in modo inequivocabile la sconfitta delle destre e alimentano la crisi dell'attuale assetto politico bipolare, incapace ormai di portare a sintesi una vera mediazione persino dentro le classi dominanti”, Stufara intravvede un “nuovo quadro politico e un profondo mutamento della società italiana che vede impegnate non solo le forze della sinistra, ma anche soggettività autonome, autorganizzate ed autogestite”.

Per tutto ciò, spiega Stufara è indispensabile procedere ad iniziative il più possibile unitarie fra i soggetti promotori e quelli sostenitori dei quesiti per poter corrispondere ai bisogni ed alle aspettative espressi con tale evidenza dalla comunità. Solo uniti - prosegue Stufara - saremo in grado di far prevalere l'interesse collettivo sullo strapotere xenofobo, mafioso e antisociale messo in campo dal padronato nel nostro Paese. La sinistra d'alternativa (e dentro di essa la Federazione della Sinistra) non può permettersi di sottovalutare il processo di trasformazione dei meccanismi di costruzione del consenso e di rappresentanza che va crescendo nel nostro Paese; ne va della sua capacità di farsi portatrice, all'interno delle istituzioni, delle istanze provenienti dalla società, la cui forza propositiva e critica trova sempre, al pari di un fiume in piena, una via d'uscita, come dimostrato recentemente dal movimento degli indignados in Spagna. C'è un filo rosso che lega movimenti antisistema con i risultati elettorali che stanno definendosi un po' in tutta Europa, dove vincono appunto le forze che sanno farsi carico di questa volontà di cambiamento; l'esempio in questo senso è dato dalla Germania, dove un governo liberal-conservatore abbandona la scelta nuclearista in seguito alla “rivoluzione verde” delle ultime amministrative”.

Il capogruppo di Prc-FdS che ricorda la vecchia canzone di Gaber, 'libertà è partecipazione', considera l'Italia ancora in mezzo al guado, sia dal punto di vista della riorganizzazione delle forze politiche che da quello della maturazione di una nuova coscienza collettiva. Per questo motivo, conclude, “la vittoria nei referendum non sarebbe solo un colpo alla destra di governo, ma anche la fine di un'era: quella delle deleghe in bianco, delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni, operate per vent'anni dallo stesso centrosinistra e principale punto di contatto fra i poteri forti e le dirigenze politiche del PdL come del PD. È ora di cambiare rotta”.
 

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