La nuova veste grafica di Umbrialeft mi piace. Un Umbrialeft con più notizie e più Umbria è la scelta giusta. Ci serve un Umbrialeft plurale, che dia voce ai tanti orientamenti culturali, politici, sociali, ai tanti territori della nostra regione e che allo stesso tempo informi da sinistra.
È importante che Umbrialeft continui a interpretare i fatti che accadono in Umbria, ma anche nel Paese e nel mondo, dal punto di vista del lavoro, dei diritti negati, dell’ambiente sfregiato, dei precari, delle donne, dei pensionati, dei giovani, degli studenti.
Ci vuole che Umbrialeft esprima il punto di vista degli operai, di chi è sfruttato, di chi produce la ricchezza, ma di quella ricchezza è rapinato. Ci vuole che Umbrialeft non sia ossequioso del potere, del profitto, del mercato, occorre coniugare critica ai paradigmi della società governata dagli interessi di classe dei padroni e una nuova democrazia, una democrazia partecipata e dal basso.
Ci vuole un Umbrialeft che dia forza e voce a chi si batte per i beni comuni, per una più equa redistribuzione della ricchezza, per il reddito sociale, per una scuola della Repubblica, per l’università pubblica, per un nuovo stato scoiale in Umbria e in Europa.
Ci occorre un nuovo Umbrialeft a favore dei diritti civili, che contrasti l’egemonia clericale e neoautoritaria, che impedisca alla cultura omofobica di dilagare, che dia voce alle tante coscienze laiche che lottano anche nella nostra regione.
Che Umbrialeft sia anche la voce di tante associazioni sociali, culturali e politiche dei territori e delle città dell’Umbria. In bocca al lupo, amici e compagni della redazione di Umbrialeft.

Quinto Sertorio

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