di Simone Cumbo - Desta non poche perplessità la recente evoluzione politica di SEL o per meglio dire di Nichi Vendola.   Fino a poche settimane fa l'intesa con l'IDV sembrava inossidabile, con una seppur cauta apertura ad una prospettiva di «intesa comune a sinistra». Ora questa ipotesi appare definitivamente tramontata...

Chi scrive è stato candidato per SEL alla carica di Sindaco a Città di Castello nelle elezioni amministrative del 2011. Ho apprezzato i giovani della fabbrica di Nichi, un laboratorio interessante di discussione e proposta politica,  donne e uomini avvezzi alla politica ma interessati ad una Sinistra diversa e «radicalmente innovativa".  Tutto questo naufragato, nei mesi successivi, nella politica della «realpolitik» e di pratiche politiche che poco hanno a vedere con metodi innovativi tanto sbandierati a parole...fino ad arrivare alla notizia di questi giorni di un accordo forte con il Pd ed un apertura verso l' UDC.
Si proprio l'UDC (Unione Dei Condannati la chiamò Marco Travaglio...) quella della Binetti  e dell'integralismo cattolico che nulla a che a vedere con Don Gallo e quel cattolicesimo progressista al quale SEL ha sempre guardato con interesse.   Forse i tanti, troppi dirigenti di SEL provenienti dalla Sinistra DS e che per anni hanno cavalcato il panorama politico (dal PCI in poi seguendo chi i DS chi entrando in Rifondazione),  che in questi mesi hanno tessuto legami forti con il PD, hanno ottenuto l'obiettivo prefissato; sganciare SEL da IDV, PRC e movimenti radicali.  Tutto questo provocando enormi mal di pancia nei molti giovani e donne che popolano l'anima di SEL  che poco apprezzano questo teatrino di alleanze partitiche che riguardano altre epoche politiche. Per non parlare dell'apertura all'UDC questa davvero indigesta al popolo della Sinistra!!!

Si dirà parole equivocate, ma i fatti e le prime pagine di tutti i quotidiani italiani parlano chiaro ed in maniera inequivocabile, a meno che non si voglia gridare al complotto della stampa italiana contro SEL! 
Si ritorna quindi nella famiglia del «centrosinistra classico» dove le ali cosidette estreme restano fuori e con una riforma elettorale fatta a uso e consumo di questo «nuovo» progetto politico...

Rimane la tristezza e lo sconforto per questa deriva «moderata» che provoca rabbia in tante persone che si sono avvicinate a SEL per la sua diversità nell'ambito della Sinistra e che si sta rivelando invece solo una sommatoria di apparati dirigenti con qualche bella faccia nuova.  Ma si sa l'eccezione conferma la regola...

Non rimane a sinistra che provare e riprovare con più forza ancora a rilanciare un Polo di Sinistra, libero, aperto, non dogmatico che metta assieme ambientalisti, alteromondialisti, comitati, cittadini, giovani e donne.  Programmi chiari e radicalmente innovativi nei modi e nei contenuti.  Un «fronte gauche" per dirla alla francese o alla greca con la parola «Syriza».   Una colazione vera dove la diversità diventa un punto di forza.
Non ripetendo gli errori passati quando dietro al progetto della lista Sinistra arcobaleno si sono accordati solo gruppi dirigenti senza un vero progetto comune.

A partire da una lotta seria verso la Finanza del governo  Monti che tutto decide e tutto taglia, alla faccia del PD, dell'UDC e di Nichi Vendola...
 

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