«Rischiamo veramente di arrivare ad una spaccatura insanabile. Non so come ne usciremo fuori». L’autorevole dirigente del Pd che preferisce non esporsi, allarga le braccia scoraggiato. La forzatura imposta da Monti con la decisione di velocizzare la controriforma del mercato del lavoro tornando anche indietro rispetto ai tentativi di raggiungere un accordo con la Cgil sta facendo saltare il banco. Secondo le voci di corridoio se si giungerà al voto in parlamento entro venerdì, come il presidente del consiglio pretende, quasi i due terzi dei deputati e dei senatori del partito democratico voterebbero per il sostegno alle proposte governative, mettendo di fatto in minoranza schiacciante il segretario Pier Luigi Bersani. Una precaria soluzione si era raggiunta sulla base di alcune proposte come quella di modificare l’articolo 18, al centro del dibattito, seguendo il “modello tedesco”.

Monti ha rigettato anche questa ipotesi sapendo di poter affondare nelle contraddizioni del Partito democratico come una lama nel burro. Per la minoranza veltroniana la materia del contendere è usata in maniera strumentale per regolare conti interni, per l’ala che formalmente appoggia Bersani ma su posizioni molto più filo governative, questa è l’occasione per spostare a destra l’asse del partito anche in vista delle imminenti elezioni amministrative e delle prossime politiche, con tanti saluti ai nostalgici della “foto di Vasto”. Sempre secondo voci interne alla sede di Via. S. Andrea delle Fratte, un ruolo pesantissimo e ben al di fuori dai propri limiti costituzionalmente previsti lo sta giocando il presidente della repubblica Giorgio Napolitano che continua costantemente a premere su Bersani perché sostenga la controriforma. Se, come sembra quella prevista per venerdì diventerà una votazione vincolante che segnerà un passaggio di fase nella politica italiana, i contraccolpi saranno inevitabili.

Lunedì si terrà la direzione del Pd in cui si dovrà trarre un bilancio di quanto accaduto e la decisione della Cgil di reagire con la proposta di uno sciopero generale in difesa dei diritti dei lavoratori sarà obbligatoriamente tema di discussione. Stasera il segretario del Pd sarà ospite nella “terza camera dello Stato”, quel “Porta a porta” televisivo di Bruno Vespa in cui già da tempo era preannunciato. Comunque il destino del partito guida del centro sinistra è appeso ad un filo e minato anche dall’accanimento delle inchieste giudiziarie che vede colpiti alcuni suoi dirigenti, a leggere oggi i principali quotidiani e a sentire le dichiarazioni di alcuni suoi leader sembrava, per l’ennesima volta, di sentir parlare persone appartenenti ad universi totalmente diversi, con prospettive future radicalmente divaricanti.

Fonte: controlacrisi.org
 

Condividi